A margine della consegna del 'Premio Bearzot', giunto alla 11ma edizione, promosso dall'Unione Sportiva delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (Acli) e patrocinato dalla Figc, Roberto De Zerbi ha parlato del suo futuro. "Aspetto di capire cosa sarà del campionato ucraino. Se riparte, quando e dove. Perché potrebbe essere trasferito in un altro Paese. E' una situazione di attesa per capire cosa sarà, sia nella vita quotidiana che dal punto di vista lavorativo. Le stagioni riprenderanno a breve. Il momento più difficile? E' stato lo stare a casa e vedere il Paese dove hai vissuto, non sapere quale sarà il futuro lavorativo, vedere una squadra forte sfasciata. Iniziavamo a vedere i primi frutti. Per colpa di altri si è tutto sfasciato e questo mi dà fastidio".
Il campionato ucraino è stato sospeso a fine febbraio dopo l'invasione della Russia, costringendo De Zerbi e il suo staff a tornare in Italia. Il tecnico italiano si è ritrovato con quel che resta della squadra a inizio aprile per preparare una serie di amichevoli in giro per l'Europa.
L'allenatore bresciano, insignito del prestigioso riconoscimento, non esclude di tornare a lavorare in Italia: "Le partite in Italia le ho guardate non subito dopo, ma quasi. Mi piacerebbe iniziare a capire cosa fare perché sono passati tre mesi, il desiderio è di tornare ad allenare. Anche in Italia? Sì certo, èil mio Paese".
Sul premio vinto. "Mi onora essere premiato oggi in una sala così importante. Guardando anche chi mi ha preceduto è una cosa che mi fa molto piacere e voglio condividere con il mio staff. Il Premio Bearzot è un onore, penso di aver fatto una cosa giusta a non abbandonare i miei giocatori in Ucraina, una cosa normale, avendo due figli più o meno loro coetanei era un dovere essere vicino a loro, responsabilità non solo sul campo, ma in quei momenti. Mi piacerebbe tra qualche anno essere ricordato come Bearzot, un grande uomo".