IL LEADER

Milan, Ibrahimovic: "Dedicato a Raiola. Ultima partita? Dipende da come sto"

Lo svedese dopo la conquista dello scudetto: "Mino mi ha spinto a venire qui e salvare il Milan. Operazione? Vediamo cosa succede"

@Getty Images

Zlatan Ibrahimovic ha una dedica speciale per la vittoria del suo secondo scudetto con il Milan, 11 anni dopo il primo: "Lo dedico a Mino Raiola, è il primo trofeo che vinco senza di lui - ha detto dopo la vittoria sul Sassuolo a Dazn -. Lui mi ha spinto a venire qui e salvare il Milan due anni fa. Se questa è stata la mia ultima partita? Mino mi consiglerebbe di giocare altri dieci anni e rubare pià soldi. Dipende da come sto, nei prossimi giorni avrò delle risposte. Se riuscirò a star bene non lo sarà. Operazione? Vediamo cosa succede".

Zlatan ha poi ripercorso la trionfale stagione rossonera, per lui un po' travagliata: "Questo è lo scudetto più soddisfacente, quando sono arrivato ricordo ancora che alla conferenza stampa mi fu detto che normalmente chi torna dove ha giocato solitamente può fare peggio e rischia di fallire. Io ho promesso di riportare il Milan al top e vincere lo scudetto, in tanti ridevano e invece sono qua da campione, con una squadra sulla quale non tutti credevano. Invece ci siamo sacrificati e abbiamo sofferto, quando è così tutto è possibile. Quest'anno ho sofferto troppo, ma non scendo nei dettagli. Nei prossimi giorni parlerò di tutto ciò che mi è successo".

In pieno stile Ibra, si è poi preso i suoi meriti per come la squadra è cresciuta negli ultimi due anni: "Il mio primo giorno era un Milan, oggi è un altro. Ogni giorno ho fatto ciò che faccio sempre. Come altri mi hanno costruito, crescendomi per essere così, io ho cercato di trasmetterlo ai più giovani. Se poi spiego nei dettagli cosa è successo quest'anno... Una storia incredibile. Però ho cercato di aiutare dentro e fuori dal campo, la squadra è stata molto disponibile. Aspettavano un pilota".

Infine qualche parola anche su Stefano Pioli: "Il gruppo è forte, il mister ha fatto grandi cose. Abbiamo lavorato in silenzio e alla fine si può dire che abbiamo vinto noi. Da quando sono arrivato io abbiamo fatto secondi e poi primi... Mancava solo il trofeo. Il mister mi dà responsabilità e spazio per essere me: negli ultimi tre mesi mi ha detto che è stressato, ma è normale! Io stressato? No qualcosa lo avevo già vinto...".