Meno palleggio, più profondità: la nuova Italia è sulla buona strada
Sei debuttanti e inediti principi di gioco: Mancini sta traghettando la nazionale verso il futuro
Fare un passo avanti rispetto alla partita con l'Argentina non era proprio complicato, ma il pareggio di Bologna contro la Germania si porta dietro altre considerazioni che vanno oltre il risultato e la prestazione. Mancini ha dato il segnale più importante: con la Finalissima di Wembley si è chiuso un ciclo, ora si riparte. Nuovi interpreti e nuove soluzioni di gioco. Se non è una rivoluzione, poco ci manca e il c.t. ha dimostrato di avere il coraggio di abbandonare la strada che ha portato l'Italia a conquistare l'Europeo (ma anche a non qualificarsi per i mondiali, ricordiamolo) e di cercare soluzioni alternative.
A Bologna sono scesi in campo sei debuttanti (Frattesi, Gnonto, Pobega, Ricci, Cancellieri e Dimarco) in una squadra che ha ribaltato concetti consolidati. Il possesso palleggiato, con gli esterni alti, un intermedio e un trequartista nei mezzi spazi e le imbucate per il taglio dell'attaccante, in fase offensiva, così come il pressing di squadra una volta perso il pallone, hanno lasciato spazio ad altri principi, più in linea con le caratteristiche dei nuovi interpreti. La presenza di un centravanti vero, Scamacca, ha reso logico puntare sulla ricerca della profondità, con lanci in verticale (a volte così affrettati da favorire la tattica del fuorigioco dei tedeschi). Logico anche limitare il palleggio e cercare di sfruttare gli strappi di giocatori abituati all'inserimento, come Frattesi e Tonali. Anche in fase difensiva si è notata una maggiore ricerca della pressione individuale, rispetto a un pressing collettivo. E' rimasta l'idea dell'esterno offensivo di sinistra che si sposta in posizione centrale, anche se senza Insigne e con Pellegrini, è normale attendersi più assist in verticale per chi detta il passaggio o si inserisce da dietro.
Il c.t. ha capito che si può ripartire da concetti e interpreti diversi, gli addetti ai lavori (o livori) che si può continuare con Mancini senza dovere per forza ricominciare da zero (da chi poi?). La scommessa Gnonto, protagonista dei 25 minuti finali, in cui ha fornito l'assist del vantaggio azzurro dopo una bella azione sulla destra e ha sempre dato l'impressione di poter creare problemi ai tedeschi, è l'ennesima vittoria del Mancio, che ha ribadito il concetto già espresso nel passato con Zaniolo: si possono anche pescare giocatori semi sconosciuti, basta avere l'occhio lungo. L'Italia, insomma, può ripartire con fiducia. Il Mondiale lo vedremo in tv, ma almeno abbiamo qualche motivo per sperare in un futuro migliore.