Palermo: morto a 39 anni Omolade, simbolo della lotta al razzismo
Esclusa la morte violenta, era da giorni che soffriva di un dolore alla gamba
Il mondo del calcio piange Akeem Omolade Oluwuashegun, 39enne attaccante con un passato nel Torino e nel Treviso. Nel 2001 il suo nome era diventato un simbolo della lotta al razzismo nel mondo dello sport. Come riporta Palermo Today, il calciatore nigeriano è stato trovato morto questa mattina in una Peugeot al mercato storico di Ballarò. Il corpo non presentava lesioni esterne: esclusa quindi la morte violenta.
Il nigeriano, che viveva da anni in Italia e che lascia una figlia piccola, continuava a giocare a calcio nelle categorie minori oltre a fare il traduttore in Tribunale, e, in base a quanto riferisce la sua famiglia, assistita dall'avvocato Antonio Cacioppo, non avrebbe avuto nessun problema di salute. Solo negli ultimi giorni avrebbe iniziato ad avere un dolore a una gamba, problema per cui era andato in ospedale il 3 giugno, l'8 e anche domenica, ma senza concludere nulla. Proprio stamattina avrebbe dovuto fare un esame al Policlinico, ma non riusciva a camminare. Un amico è quindi passato a prenderlo con la sua macchina per accompagnarlo, ma appena è salito sull'auto si sarebbe sentito male. L'amico ha quindi chiamato i soccorsi, ma purtroppo per l'ex calciatore non c'è stato nulla da fare.
Omolade deve la sua notorietà involontaria a quando indossava la maglia del Treviso. Nel 2001 alcuni ultrà veneti ritirarono gli striscioni e abbandonarono lo stadio per protestare contro il suo acquisto. La sua colpa? Avere la pelle nera. Nella giornata successiva, in occasione di Treviso-Genoa, tutti i giocatori del Treviso (compresi l'allenatore e la panchina) fecero il proprio ingresso in campo con il volto dipinto di nero, in segno di solidarietà.