L'INTERVISTA

Mitja Borkert, dal foglio alla strada: "Così nascono le Lamborghini: un dna unico"

L'head of design della casa di Sant'Agata Bolognese: "Il futuro elettrico? Ne vedrete delle belle"

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© ufficio-stampa

Silhouette è la parola che Mitja Borkert ripete con più orgoglio quando parla di Lamborghini. Una linea che ha fatto e continua a fare la storia dell'automotive. L'head of design della casa di Sant'Agata Bolognese è chiaro: "Una Lamborghini si deve riconoscere subito, anche in mezzo ad altre 200 supercar". Dal 2016 in Italia, dopo l'esperienza in Porsche, il progettista tedesco ha firmato le ultime Lamborghini e l'Huracán Tecnica, esposta al Mimo dove l'abbiamo intervistato, è il suo ultimo capolavoro.

Aventador, Huracán e Urus: qual è il filo comune?
"Lamborghini è sicuramente la casa automobilistica con il design maggiormente riconoscibile e più all'avanguardia di tutte. Su questo non c'è dubbio. Il tratto distintivo è la silhouette, fin dalla prima Countach. Anche guardando frontalmente è unica. Questi due punti sono gli ingredienti per disegnare una Lamborghini. Anche la Urus ha una forma molto simile nonostante sia un suv e abbia il motore nella zona anteriore. Il dna del design di Lamborghini è così forte perché riconoscibile da molti anni. Vi racconto un aneddoto: una volta in aeroporto al controllo bagagli hanno fermato il mio zaino nello scanner perché avevo dentro un modellino. Un addetto della sicurezza mi ha chiesto di aprire lo zaino e l'altro collega gli ha risposto: "Non vedi che è una Lamborghini? Non c'è bisogno di aprire...". Una Lamborghini si riconosce sempre, mi ha reso orgoglioso questo fatto". 

Tra i tratti distintivi c'è l'esagono: cosa rappresenta?
"Vero, l'esagono è la forma più usata. C'è una continuità dagli anni gli anni '60-'70 quando questa forma geometrica era considerata futuristica, l'elemento grafico del futuro. Tutto nasce dalla Mazal (concept car svelata al Salone di Ginevra nel 1967) che aveva le portiere esagonali e anche all'interno c'era la stessa trama. Così l'esagono è diventato un elemento stilistico di Lamborghini, i vari designer negli anni l'hanno sempre usato come tratto distintivo. Per me è importante è che chiunque si trovi di fronte a una Lamborghini riesca a riconoscere i vari modelli perché è importante avere una chiara definizione per ogni auto".

Disegnare un auto significa anche progettare l'interno...
"È un'altra parte fondamentale dell'auto, direi 50%-50% tra esterni e interni. Vogliamo dare al guidatore la sensazione di essere un pilota. La posizione di guida è notoriamente molto bassa: la sensazione deve essere quella di guidare qualcosa di speciale. Anche internamente ritornano gli esagoni. La mia filosofia è che puoi rimuovere qualsiasi dettaglio da una Lamborghini e riconoscerlo anche senza auto. Non ci sono limiti alla creatività".

Più facile disegnare una macchina partendo da un foglio bianco o fare un restyling?
"Quando parto da un foglio bianco per me è sicuramente più facile trovare la grande linea. La mia sfida più dura e bella è stata la Huracán Tecnica dove ho dovuto rispettare già dei canoni. Una lotta continua per trovare i giusti compromessi. I feedback sono molti positivi: è un aggiornamento che è anche il più grande mai fatto su una Huracán da quando è stata lanciata. L'aerodinamica della macchina è cambiata, per il muso ci siamo ispirati alle auto da corsa e abbiamo realizzato il cofano in carbonio. Mi sono ispirato anche alla Essenza SCV12 per quanto riguarda il posteriore dove ritroviamo gli esagoni con il doppio scarico".

Design e prestazioni, in un'azienda come Lamborghini è difficile trovare il giusto compromesso?
"In Lamborghini facciamo squadra tra tutti i reparti: l'obiettivo è creare la macchina migliore per il cliente. Compromesso non è una parola negativa, anzi, io la interpreto in maniera positiva. Certo, non posso sempre designare quello voglio e rendere l'auto più lenta... Le nostre macchine sono molto veloci e quindi la parte aerodinamica è fondamentale. C'è molto scambio di informazioni tra i vari reparti per arrivare al miglior risultato possibile. Quando ci capiamo, arriviamo a creare i dettagli del design che caratterizzano lo stile Lamborghini"

Si va verso l'elettrico, cosa ha in mente per la prima vettura elettrica della casa del Toro?
"Vedo sempre una nuova opportunità. Ad esempio in futuro non ci sarà uno scarico e quindi potremo giocare con lo stile. Stiamo lavorando su una cosa "figa", stay tuned. Ci saranno delle sorprese!".

Il punto di partenza può essere la Terzo Millennio?
"Sì, il suo stile può essere d’aiuto per capire cosa abbiamo in mente. Le auto sembreranno sempre delle più della astronavi. È stimolante entrare in questa nuova era". 

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