PSG, Al-Khelaifi: "Verratti come un figlio, Real vuole uccidere anima del calcio"
Meno nomi luccicanti, più giovani e fedeltà alla maglia: il presidente del Paris Saint-Germain stende le basi del nuovo ciclo
Una nuova alba sta per investire la Tour Eiffel: nuovo ds, nuovo allenatore e nuova filosofia di mercato. Il presidente del PSG Nasser Al-Khelaifi ha anticipato la sua rivoluzione alla Gazzetta dello Sport: “Con Campos e il nuovo tecnico, se mai ne avremo uno nuovo, voglio una squadra più collettiva, con più giovani francesi. Tutti devono essere orgogliosi della maglia, di giocare in Ligue 1”. Oltre al mercato in entrata, Al-Khelaifi si è concentrato anche su chi resterà nonostante una stagione contrassegnata da parecchie ombre: se Leo Messi “non si discute”, Neymar “dovrà essere al massimo, altrimenti dovrà andarsene”. Parole al miele invece per Donnarumma – “è il miglior giocatore dell’Europeo” - e per Verratti, ovvero “il miglior giocatore italiano”.
La permanenza più discussa e rumorosa però, è quella di Kylian Mbappé. La stella francese ha deciso di abbracciare il nuovo progetto di Al-Khelaifi rifiutando così la corte della sua squadra del cuore, il Real Madrid: “Il Real gli offriva molto di più e di soldi con Kylian ne ho parlato solo alla fine. E’ un giocatore fantastico che dimostra di essere il migliore ogni giorno. Mi aspetto di più da tutti, ma lui vuole già vincere tutto, giocare ogni partita, ogni minuto. Dicono che decida tutto lui: l’unica cosa che vuole è vincere. Ama il calcio, è un vincente, ha opinioni e consigli utili per migliorare le cose. Non fosse così penserei che non ha la mentalità da Psg”.
Nel reparto avanzato poi, Messi merita un discorso a parte. Flop o anno di ambientamento? “Non si discute uno con sette Palloni d’oro. Messi ha scritto la storia. Non è stata la sua miglior stagione, ma dopo più di vent’anni a Barcellona ha scoperto un nuovo Paese, una nuova città, un nuovo campionato, una nuova squadra, una nuova cultura. E lo stesso la sua famiglia. Si è pure ammalato di Covid. Non è stato facile. La prossima stagione vedremo il miglior Messi di sempre. E dopo il primo anno, finanziariamente è già un affare. Lo stesso sarà per Mbappé”. Più freddi invece i commenti su Neymar: “Al di là delle voci su Neymar, tutti devono dare il massimo, altrimenti dovranno andarsene, come quelli che se ne sono approfittati: ci saranno vendite”.
Dolce è il capitolo degli italiani: il ds Campos, tra l’altro, ha rispettato la tradizione stilando la lista della spesa nel nostro campionato. Marco Verratti è ormai una bandiera del PSG, e per Al-Khelaifi “è come un figlio. Giocatore fantastico, un esempio, nel cuore del progetto. E’ cresciuto con il club, ama il Psg. Ne sono orgoglioso perché è pronto a morire in campo per la squadra. Pure da lui mi aspetto di più, che si prenda più responsabilità: le merita. E’ il miglior giocatore italiano”. La discontinuità di Donnarumma invece non lo preoccupa: “parliamo del miglior giocatore dell’Europeo. E’ fantastico come persona, atleta e professionista. Poi, lui e noi sappiamo come stanno le cose”. E rimanendo in tema Belpaese, il patron del PSG ha commentato anche l’assenza dell’Italia nel Mondiale di casa, in Qatar: “Senza l’Italia è come bere un cappuccino senza caffè. Sono triste che non ci siano i campioni d’Europa. E mi spiace per Verratti e Donnarumma”.
Ora che lo scheletro della squadra ha trovato le sue conferme, è ora di riempire il vuoto in panchina: “Galtier? Non è il momento per gli annunci, ma non abbiamo mai parlato con Zidane”. Se la pista che porta al nuovo tecnico pare essere una sola, più intricato è il discorso di Champions League (che continua ad essere tabù per i parigini) e l’idea Superlega. Due argomenti che vanno a braccetto, per Al-Khelaifi: “La Champions è tosta: basta un dettaglio, un errore, come a Madrid, e sei fuori. Prima o poi la vinceremo. Il Real ha meritato la Champions: l’hanno festeggiata per giorni e poi vogliono ucciderla. La Champions è l’anima del calcio. E’ ingiusto negarla con una lega chiusa. Non lasceremo che accada”.
L’intervista si chiude con una stoccata a Tebas e alla Liga, che negli ultimi giorni avevano sporto denuncia al Tribunale francese per una potenziale rottura del fair play finanziario nella trattatvia del rinnovo di Mbappè: “Tebas chi? Non dò lezioni a nessuno né interferisco con altri club o leghe. E’ da maleducati pretendere di dire agli altri cosa fare. Non accetto lezioni da chi vede la Champions come una minaccia per il suo campionato. Ho un progetto da costruire, rispettando tutti”.