FORMULA 1

Leclerc e Sainz si giocano tra Spielberg e Budapest il ruolo di punta ferrarista: troppo tardi?

La doppia valenza della prima volta sul podio alto dello spagnolo nella decima tappa del Mondiale.

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La foto-ricordo di gruppo (del gruppo ferrarista) a Silvestone è piuttosto emblematica. Lo è soprattutto l'espressione di Charles Leclerc: un sorriso di circostanza o per meglio dire forzato. Il timbro su un domenica amara per il monegasco ma - tra le mura di Maranello - al cento per cento serena (no: felice, estatica) solo per Carlos Sainz che in Inghilterra - dopo aver a più riprese rischiato di perderla - ha messo a segno una vittoria che vale doppio.

Sì perché sullo storico autodromo inglese il madrileno - a nostro modo di vedere - lo spagnolo non ha semplicemente vinto un Gran Premio. E non solo in quanto si è trattato di un successo - il primo della sua carriera - atteso per ben centocinquanta GP (una carriera intera, per molti) ma perché Carlos ha messo in mostra un carattere volitivo eduna determinazione fuori dal comune e... comune solo a quelli come lui. A chi non è toccato dalla predestinazione (come il suo compagno di squadra) e deve lottare "punto su punto" per conquistare il centro della scena e poi - soprattutto - frequentarlo in pianta stabile. Il nodo è proprio questo: non basta essere figlio di un due volte campione del mondo rallies, non basta trovare qualche porta aperta in più ad inizio carriera. Occorre tanto lavoro ed il successo di Carlos a Silverstone non è certo e sbrigativamente il premio ad una carriera. Anche se arriva al centocinquantesimo GP, il culmine di una carriera... per molti. Ma non per tutti, non per Carlos, che nel decimo appuntamento del Mondiale ha mostrato una determinazione ed in un certo senso una "disperazione" che fa a volte difetto a Leclerc.

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Intendiamoci: con il volante tra le mani Charles ha fin qui a più riprese provato di non temere nessuno, tantomeno la concorrenza interna: la sua strenua difesa nel finale di GP con Perez e soprattutto con Hamilton (in condizioni di oggettiva inferiorità) parla da sola. Il monegasco però è sembrato meno... convincente e "politico" di Sainz. I dialoghi via radio di entrambi con il pote di comando ferrarista sono da questo punto di vista molto significativi e possono aver indirettamente influenzato più di una decisione. A ruote ferme (ed in tema di azione sotto pressione) viene anche in mente - a livello di doppio pit stop e suoi rischi - il precedente (molto recente: cinque sole settimane) di Montecarlo, quando l'operazione (nemmeno tentata a Silverstone, "abortita" fuori tempo massimo nel Principato-con tanto di scattato di rabbia di Leclerc via radio) costò alle Rosse la vittoria, così consegnata a... Perez!

Il risultato è il ritorno alla vittoria delle Rosse dopo sei vittorie consecutive del campo rivale (Red Bull) ma anche di un'occasione persa per ridurre significativamente il ritardo dal capoclassifica Verstappen, in una delle (peraltro rarissime) domeniche di scarsa vena del campione del mondo in carica e della sua monoposto. Non solo: la nuova classifica generale allontana da Leclerc anche la seconda posizione di Perez. La rimonta di Silverstone (da ultimo a secondo) permette al messicano da raggiungere quota 147 punti: trentaquattro meno di Verstappen ma nove più di Leclerc. Chi lo avrebbe detto, dopo lo straordinario avvio stagionale della Scuderia? Oltretutto Charles è ora braccato da Sainz, che lo insegue a undici lunghezze, per una classifica che impone alcuni altri ragionamenti spiccioli. L'inversione di spinta del monegasco negli ultimi cinque GP (metà di quelli disputati) è andata di pari passo con la crescita del compagno di squadra nello stesso identico periodo, a chiudere un inizio di stagione che aveva visto Carlos lontano dal rendimento di Charles. Basti pensare che - da Barcelona in avanti (sesto GP 2022) - il monegasco ha messo insieme solo 34 dei suoi 138 punti totali (!) e che Carlos al contrario ne ha aggiunti ben 74 ai 53 racimolati tra l'esordio stagionale del GP del Bahrein e la quinta tappa di Miami!

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Una combinazione di fattori che ha portato i due "cavallini" ad una classifica generale esplosiva, per quanto li riguarda e per questa fase del Mondiale: invece di un chiaro candidato rosso, in prossimità della boa di metà campionato (l'imminente GP d'Austria) due piloti dalle ambizioni individuali (e iridate) più che legittime. In due sull'altalena, insomma. Al di là della lealtà e della correttezza mostrata da entrambi in pista a Silverstone e al di là - tornando all'inizio - del sorriso amaro di Leclerc nella foto-ricordo di fine giornata a Silverstone. Il resto lo sanno lo stesso Charles, lo sanno Sainz e lo staff dirigenziale ferrarista e sarà sicuramente oggetto di confronto (è giusto chiamarlo così, al di là di ruoli e competenze) da qui al weekend del GP d'Austria, che è appunto dietro l'angolo.

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