SKYRUNNING

Orobie Skyraid, vittoria e titolo italiano FISky per Minoggio e Valmassoi

Seconda edizione della durissima prova sui sentieri della Valseriana

© foto cristian riva

Partenza da Ardesio, poi rifugio Alpe Corte, Laghi Gemelli, rifugio Calvi, Baroni al Brunone e Coca, con l'impegnativa e tecnica traversata lungo il sentiero 330, e arrivo giù a rotta di collo a Valbondione: una cavalcata orobica della lunghezza di 58 chilometri e un dislivello positivo di 3800 metri (forse qualcosa di più) per la seconda edizione di Orobie Skyraid andata in scena sabato 23 luglio. Un tracciato durissimo, estremamente selettivo, con tratti decisamente esposti, che si snoda sui sentieri pietrosi della Val Seriana. Due assoluti dominatori: Cristian Minoggio e Martina Valmassoi, che hanno scritto i nuovi record della gara voluta, ideata e organizzata da Mario Poletti, prendendosi poi il titolo italiano di Skymarathon (sempre sotto l’egida di FISky).

Nulla da fare per Luca Arrigoni, vincitore della scorsa edizione e compagno di squadra di Minoggio sia per la compagine Pegarun che in nazionale italiana, che non riuscendo a tenere il passo ha dovuto accontentarsi della seconda piazza. Terzo posto per Mattia Tanara, che con la sua performance è riuscito a portare i colori del team Scott (tra gli sponsor della manifestazione) sul terzo gradino del podio. I tre hanno chiuso la gara, rispettivamente, in 6 ore e 39 minuti, 7 ore e 8 minuti e 7 ore e 21 minuti.

© foto cristian riva

Al femminile, come detto, ha trionfato la super favorita Martina Valmassoi, campionessa di scialpinismo affezionata alle Orobie, di cui adora il terreno molto tecnico.  Aveva già vinto il Gran Trail delle Orobie nel 2018 e si era ripromessa di tornare. Detto, fatto. E che ritorno! Martina, in ottima forma, si è piazzata in testa fin dal primo chilometro, mantenendo e incrementando la posizione man mano che si avvicinava al traguardo. Con il tempo di 8 ore e 22 minuti ha così stabilito il nuovo record. Alle sue spalle, con il tempo di 8 ore e 55 minuti, la varesina Giulia Saggin (Sport Project) e per la terza piazza con il tempo di 9 ore e 16 minuti, Natalia Mastrota.

© Diego De Giorgi

OROBIE SKYRACE: UNA "SORELLINA MINORE" MOZZAFIATO
Sono stati circa una settantina gli atleti che si sono invece messi alla prova sul tracciato della prima edizione di Orobie Skyrace. Una nuova distanza (poco più di 23 km per un dislivello dichiarato di 2.200 metri) inserita per volere di Mario Poletti a un mese dal via, con il desiderio di rendere la competizione sulle Orobie accessibile a un numero maggiore di concorrenti. Il tracciato, che ripercorre la seconda parte della gara regina, si è rivelato ugualmente impegnativo (anche perché il dislivello effettivo è probabilmente superiore ai 2.200 metri dichiarati). Da Fiumenero fino al Rifugio Baroni al Brunone (solo qui, 1500 metri di D+ in sette km) dove il tracciato della Skyrace si ricongiunge con quello di Orobie Skyraid. Da qua dunque lungo l’estenuante e tecnico traverso di 10 chilometri circa che, sfruttando il “sentiero basso” un tempo caduto in disuso e oggi riqualificato da Poletti appositamente per la gara, conduce fino al rifugio Coca. Vittoria su questo secondo tracciato per Marco Zanga. Dietro a lui, che ha chiuso in 3 ore e 21 minuti, Maurizio Merlini e Matteo Rodigari, rispettivamente con 3 25’ e 3 27’. Al femminile trionfo rosa fluo per Silvia Boroni (04 33’), secondo posto per Giuliana Arrigoni (05 07’) e terzo  per Lorena Gambaro (05 32’).

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