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Radu torna sull'errore a Bologna: "I giorni più brutti della mia vita"

Il portiere rumeno, ora in prestito alla Cremonese, descrive i giorni successivi alla papera del Dall'Ara

@Getty Images

Certe immagini sono destinate a bruciare per sempre nella memoria calcistica dei tifosi. La papera di Ionut Radu all'81' di Bologna-Inter non fa eccezione. Un errore che ha definito le sorti della stagione nerazzurra, e il conseguente tripudio rossonero dopo una tiratissima corsa scudetto. Intervistato da DAZN, il portiere nerazzurro (ora in prestito alla Cremonese), ricorda quella maledetta serata: “I giorni dopo l'errore di Bologna sono stati i più brutti della mia vita”. L'allora vice di Handanovic, non può far altro che prenderla con filosofia: "Il dispiacere è stato tanto, però il lavoro del calciatore non è facile ma bisogna imparare dagli errori”.

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Una lezione pagata a caro prezzo dal portiere, che in una manciata di secondi ha visto passarsi davanti tutta la sua carriera: “Il calcio è così: ti dà e ti toglie. Sono episodi che succedono, soprattutto a un portiere. Ho scelto io di fare questo mestiere, sia nei momenti brutti che in quelli belli bisogna stare sempre sul pezzo”. Il rammarico del portiere aveva a che fare con la squadra: “L'ho vissuto in modo abbastanza pesante, mi dispiaceva per il lavoro fatto prima e per i miei compagni che avevano combattuto per ottenere il primo posto". Proprio la squadra nerazzurra, in un momento così difficile, è venuta in suo soccorso. “C'è il gruppo, se uno sbaglia, gli altri lo aiutano. Ci sono opinioni e opinioni, io guardo la mia squadra, non bisogna rimpiangere quello che è successo”. Ora, a Cremona potrà sfruttare una seconda chance: " Per la Cremonese sarà un'annata divertente e difficile, vedo i ragazzi motivati: sarà molto bello. È un gran gruppo, mi sono integrato bene. Sarà un’annata divertente. Il mister è una persona molto motivata e ci sta trasmettendo questa carica, è una cosa positivissima. Stiamo tutti insieme, sono soli venti giorni che sono qua ed è veramente una gran famiglia. Conoscevo già Zanimacchia e Ghiglione, li ho conosciuti a Genova”.

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