Può essere Ante Rebic l'uomo in più del Milan 2022/23? La domanda è più che lecita, considerando la difficile scorsa annata vissuta dal croato e ovviamente la scintillante doppietta con cui ha inaugurato la nuova Serie A. Per parlare dell'esordio rossonero e del poker all'Udinese bisogna per forza partire dal numero 12, che ha saputo prendersi il palcoscenico in un momento in cui Giroud e Origi non sono ancora al top e Ibrahimovic è lontano dal rientro. D'altronde a Milanello non hanno mai sottovalutato l'impatto di Rebic, Pioli su tutti che non ha mai mancato di sottolinearne l'importanza nella rosa anche nei momenti più difficili. La storia del croato è la più bella in un Milan che comunque ha dato subito segnali positivi, al netto di un match che non poteva essere troppo lineare a causa di una condizione fisica evidentemente non al top e di prevedibili e fisiologici errori individuali all'alba di una nuova stagione.
Bene fa dunque Pioli a richiamare tutti all'ordine e all'attenzione, non si può certo parlare di bastone - sarebbe esagerato dopo un 4-2 a metà agosto -, ma di una giusta sottolineatura per incanalare la stagione nel verso giusto. Anche perché la parte centrale del primo tempo e l'approccio nella ripresa dimostrano che la fame nella squadra è intatta e i meccanismi, pur impolverati, sono quelli che hanno portato lo scudetto, i gol avversari sono arrivati più che altro da errori e imprecisioni individuali che di solito tendono a sparire nel corso dell'annata, crescendo di condizione e trovando la consuetudine del ritmo partita.
E allora, in una giornata dove Leao ha per lo più sonnecchiato e De Ketelaere ha solo assaggiato il campo per una ventina di minuti, sono stati Brahim Diaz e Rebic a dare i segnali migliori: quando sono le cosiddette riserve a risultare tra i migliori è sempre una buona notizia per gli allenatori. Lo spagnolo, agevolato anche da una condizione atletica più brillante per via di una corporatura filiforme, è entrato nel tabellino con un gol e un assist ma soprattutto facendosi vedere in quasi tutte le azioni offensive, svariando sul fronte d'attacco. Di Rebic abbiamo già detto: uno su cui si può sempre contare. Da prima punta, come successo ieri, ma anche da teorico trequartista dietro l'attaccante centrale oppure sull'esterno. Un jolly che il Milan non vedeva l'ora di ritrovare e che (ri)aggiunge una freccia all'arco rossonero: le avversarie sono avvisate.