L'ANALISI

Napoli, troppo turnover e poca qualità: le prime grane di Spalletti

Gli azzurri hanno perso per strada due punti importantissimi. Il tecnico sul banco degli imputati

Il secondo, inaspettato, pareggio di fila è costato al Napoli la vetta della classifica, ma soprattutto ha minato alcune delle certezze conquistate con l'ottimo avvio di campionato. Gli azzurri, come il resto delle big, sono attesi da un vero e proprio tour de force da qui ai Mondiali e Spalletti dovrà giustamente ricorrere a tutta la rosa. Ma un turnover eccessivo - in un periodo ancora di rodaggio e ricerca dei meccanismi migliori - come quello attuato con il Lecce è stato più b che proficuo.  Rinunciare in un colpo solo a 6/undicesimi della cosiddetta squadra titolare (Rrahmani, Mario Rui, Lobotka, Zielinski, Kvaratskhelia e Lozano) è stato un regalo fatto al collega Baroni che ha gentilmente accettato e ha strappato al Maradona un punticino tanto prezioso quanto meritato.

Come onestamente ammesso da Spalletti al termine della partita, del Napoli del primo tempo c'è davvero poco da salvare. Senza idee, lento nel far circolare la palla e incapace di innescare gli attaccanti, Osimhen e compagni hanno davvero fatto troppo poco. Il gol di Elmas è stato un po' casuale, dopo un tiro strozzato di Politano: quest'ultimo è stato tra i più attivi fino a quando è rimasto in campo. Gol che avrebbe dovuto 'uccidere' il Lecce, perché arrivato poco dopo il rigore sbagliato da Colombo. Invece, anche per demerito degli azzurri, i pugliesi si sono rimessi in carreggiata nel giro di 4' con la magia di Colombo che racconterà a figli e nipotini.
Il tecnico toscano ha provato a rimettere a posto le cose, inserendo Lobotka e Zielinski prima e i vari Kvara, Lozano e Simeone poi. Mosse che hanno migliorato la squadra, anche grazie al ritorno al 4-3-3, ma che non hanno portato alla vittoria. E qui demeriti propri e meriti del Lecce si sovrappongono: i ragazzi di Baroni hanno chiuso tutti gli spazi, difendendosi con le unghie e con i denti; quelli di Spalletti ci hanno provato in tutti i modi ma con scarsa lucidità e concretezza. Tra Firenze e ieri due soli punticini: non ancora una chiaro campanello d'allarme, ma qualcosa su cui riflettere e porre rimedio senza dubbio.