La Juventus torna da Firenze con un punto da non buttare via, ma quanto visto ieri al Franchi fa storcere il naso e alimenta sempre più dubbi nel popolo juventino. Dopo 15' giocati alla grande, i bianconeri spariscono piano piano fino a lasciare l'intero palcoscenico alla Fiorentina e rischiare un clamoroso ribaltone. Il rigore parato da Perin a Jovic fa scattare l'allarme rosso, la squadra abbassa il baricentro e praticamente non esce quasi più dalla propria metà campo. Due tiri in porta in tutta la gara e zero nella ripresa i numeri che devono far riflettere. Con Vlahovic rimasto tutti e 90' a guardare compagni ed ex dalla panchina.
Il serbo, quattro gol in quattro partite, è senza dubbio il più in palla tra i bianconeri e avrebbe fatto carte false per giocare davanti al proprio ex pubblico. Ma il PSG all'orizzonte e tre cambi forzati hanno indotto Allegri a fare a meno di lui anche a gara in corso. Il tecnico toscano a fine match ha parlato di un cambio di mentalità necessario per fare il salto di qualità, ma il fatto di aver inserito Bonucci nel finale e aver chiuso con il 3-5-2 non è proprio dimostrazione di grande coraggio e voglia di vincere. Quando non puoi vincere è sempre meglio non perdere, ma una squadra come la Juve dovrebbe cercare il gol fino all'ultimo secondo e non pensare solo a difendersi.
Forse non è solo un caso che il meglio si sia visto quando Paredes ha preso in mano la squadra, con anticipi, geometrie, scarichi precisi e personalità. Purtroppo l'argentino è durato solo un quarto d'ora e con lui i compagni. Ora martedì c'è il debutto in Champions League a Parigi contro il PSG e non ci sono dubbi che ci voglia una Juve molto diversa. Perché il tridente Mbappé-Messi-Neymar non è quello della Fiorentina e di una Juve così farebbe un sol boccone.