ESTORSIONE E SEQUESTRO

Caso Pogba, c'è la svolta: in carcere il fratello Mathias con altri quattro

L'accusa è di estorsione in banda organizzata e associazione per delinquere

© Getty Images

Il caso Pogba arriva a una svolta. Dopo tre giorni di interrogatori in stato di fermo, Mathias Pogba è finito sotto inchiesta e in custodia cautelare insieme ad altre quattro persone. Sul fratello del centrocampista della Juve peserebbero elementi sufficienti per essere ritenuto uno dei principali sospettati dell'estorsione ai danni dell'ex Manchester United con tanto di sequestro del giocatore. Nei confronti di Mathias, che resta in carcere, l'accusa è di estorsione in banda organizzata e associazione per delinquere.

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Dopo le denunce di Paul, dell'agente e avvocato del bianconero Rafaela Pimenta e della madre del giocatore Yeo Moriba, dunque, la "faida familiare" Pogba sembra essere giunta a un bivio cruciale. Concluse le indagini preliminari, infatti, il giudice ha incriminato formalmente e disposto la custodia in carcere per Mathias e altri quattro individui. Per quanto riguarda il sequestro di Paul a marzo in un appartamento alla periferia di Parigi, il fratello del bianconero avrebbe un "alibi" ed è considerato dagli inquirenti soltanto come un “testimone assistito”, una sorta di persona informata sui fatti. Dopo un primo pagamento di 100mila euro, il gruppo sarebbe però tornato a farsi minacciosi sia a Manchester che a Torino e in questo caso Mathias sarebbe stato individuato dallo stesso centrocampista bianconero tra chi l'ha minacciato nuovamente a luglio al centro di allenamento della Juventus. 

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Da qui l'avvio delle indagini giudiziarie sulla vicenda. Convocato mercoledì e messo in stato di fermo per far luce sulla sua posizione, Mathias ha smentito ogni coinvolgimento davanti agli investigatori, ma i successivi interrogatori degli altri quattro sospettati hanno spinto gli inquirenti a portare il fratello di Paul davanti al giudice per completare formalmente i capi d'accusa a suo carico e disporne la detenzione. Il primo passo di una procedura che potrebbe o meno sfociare in un rinvio a giudizio.  "La giustizia lo scagiona per l’imputazione più grave, contesteremo la decisione del giudice perché torni in libertà il più rapidamente possibile", ha dichiarato infatti l'avvocato Yassine Bouzrou in vista del ricorso. 

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