Dopo aver pensato di lasciare la Nazionale, Ciro Immobile ora ha le idee chiare sul suo futuro. Con la maglia dell'Italia e con quella della Lazio. "Partecipare ai Mondiali americani è uno degli obiettivi che mi sono posto - ha spiegato l'attaccante azzurro da Coverciano -. Da capitano della Lazio non posso urlare vinceremo lo Scudetto, ma io ogni anno ho questo pensiero fisso quando inizio la stagione". "Ho dovuto mettere un freno a tutto quanto accaduto dopo la mancata qualificazione al Mondiale. Ho capito che non potevano essere gli altri a decidere del mio ritiro - ha aggiunto -. Grazie anche al club ho deciso che avevo ancora tanto da dare. Il Mondiale è lontano, l'età avanza certo, ma se la mia condizione sarà questa so che potrò dare ancora qualcosa".
Di sicuro un ruolo cruciale nella scelta di continuare con la Nazionale l'ha giocato anche Mancini. "Credo che il ct non abbia mai avuto il dubbio sul mio ritiro, ne ho parlato molto con la mia famiglia e alla fine ho deciso di continuare", ha spiegato Immobile. "La delusione per la mancata qualificazione ai Mondiali e le dure critiche mi hanno segnato - ha proseguito -. Col passare delle settimane però ho capito che non potevano essere gli altri a decidere del mio cammino, a decidere il ritiro al posto mio".
Archiviato il passato, dunque, per Ciro adesso è il momento di ripartire in azzurro anche con un ruolo diverso all'interno del gruppo. Un ruolo più importante e pesante. "Mi sento uno dei leader dello spogliatoio, sento di dovere di dare qualcosa in più al gruppo, fuori e dentro al campo - ha spiegato -. Sta avvenendo questo cambio generazionale con tanti giovani e il calcio italiano ha bisogno di qualcosa in più, deve ripartire da noi". E proprio ai giovani attaccanti Immobile poi dedica qualche considerazione in più. "Scamacca, Pellegri, Pinamonti mi piacciono - ha spiegato il bomber della Lazio -. Raspadori ha fatto già l'Europeo con noi e lo valuto già un mezzo veterano. Gianluca ha deciso di andare in Premier, una scelta difficile e bisogna dargli tempo. Devono segnare col club per poi avere fiducia anche in Nazionale".
"L'attaccante deve avere più continuità rispetto agli altri ruoli e avere continuità vuol dire fare tanti gol sempre, un attaccante deve fare tanti gol sempre - ha contianuto -. Meglio fare 5 stagioni da 15 gol che una da 30, poi se ne fai 5 da 25 gol allora è il top. Io guardo sempre ai migliori che fanno gol sempre. I giovani attaccanti devono porsi questo obiettivo, fare tanti gol sempre e nel calcio di oggi riuscire ad aiutare la squadra". "Io ho fatto la gavetta e i giovani di oggi devono iniziare a fare quello, io sono partito dal Sorrento e ho fatto tutta la trafila - ha aggiunto -. Oggi vista la pressione sui giovani si velocizza questo percorso e non gli si dà tempo di crescere". "Dobbiamo dare ai giovani tempo e modo di potersi esprimere, probabilmente nel club è un po' più semplice. Dobbiamo avere un po' più di pazienza", ha proseguito Immobile che poi ha parlato anche di moduli e delle sue difficoltà in azzurro.
"Sul modulo dico che per me non cambia nulla, qualsiasi sia la scelta del mister per me va più che bene - ha precisato -. Forse alla Lazio ho più margine di errore e fa rosicare il fatto di aver vinto 4 classifiche marcatori e poi con la Nazionale aver segnato meno. Me lo chiedo tutti i giorni proprio perché voglio sempre migliorare e dare il massimo, a volte voler strafare ti porta a fare grosse cavolate". "Io ho sempre sentito la fiducia in Nazionale - ha aggiunto -. Non mi hanno dato tanto fastidio le critiche, ma essere accreditato come l'attaccante per la mancata qualificazione al Mondiale e non quello della vittoria dell'Europeo è assurdo". "Questa diversità di vedute non mi è piaciuta, fa un po' ridere, ma si accetta anche questo e si va avanti", ha proseguito. "Io sono sempre stato uno senza limiti, cerco sempre di andare avanti e guardare al futuro con fiducia e positività - ha continuato Ciro -. Questo mi ha spinto a fare cose eccezionali oltre alle mie qualità tecniche". "Per questo non mi spiego questi miei momenti in Nazionale, questa è stata un po' la difficoltà negli ultimi anni - ha aggiunto -. Alla Lazio non potevo fare di più, purtroppo in Nazionale i numeri sono più bassi ma anche qui ho sempre dato il massimo".
Quanto agli attacchi ricevuti sui social, Immobile ha le idee chiarissime. "I social ormai fanno parte del nostro mondo, e' normale che l'occhio ci cade ma bisogna essere equilibrati nei giudizi - ha raccontato -. Avevo pensato di lasciare la Nazionale, ma ripensando a quello che avevo fatto ho pensato che non era giusto fossero gli altri a decidere". "Credo si debbano denunciare gli haters, soprattutto per quanto riguarda le cattiverie gratuite. Mi sono arrivati bruttissimi messaggi sui miei figli e su questo bisogna mettere un freno - ha spiegato -. In tutto il mondo social, non solo in quello sportivo, c'è scritto di tutto. Probabilmente è difficile risalire alle persone reali, a volte sono profili falsi, se la UEFA si sta muovendo è giusto riportarlo anche in Italia".
Poi qualche considerazione sulla strada da intraprendere per ripartire con la Nazionale. "Quando una squadra vince deve essere subito brava a ritrovare l'entusiasmo e oggi quello un po' manca - ha spiegato -. Probabilmente l'arrivo di nuovi giocatori, la conferma del mister e di tutto lo staff, ci deve dare fiducia e morale. Serve un po' di entusiasmo che in questo momento manca perché tra poco si giocano i Mondiali e noi non ci saremo".
Prima però bisogna iniziare a far bene dalle prossime sfide con la maglia azzurra. A partire dalla gara contro l'Inghilterra. "Con la Nazionale a Milano purtroppo non abbiamo buoni ricordi, mi aspetto una partita dura contro una squadra fisica - ha dichiarato Ciro -. Per loro sara' una delle ultime occasioni per preparare i Mondiali". "Noi vogliamo far bene anche per i tifosi, saranno anche loro delusi ma dobbiamo ripartire", ha aggiunto.
Poi qualche battuta sulle possibilità di scudetto per la Lazio. "Da capitano della Lazio non posso urlare vinceremo lo Scudetto, ma io ogni anno ho questo pensiero fisso quando inizio il ritiro - ha spiegato il bomber -. Ho questa mentalità, mi piace poter raggiungere il massimo. Io credo che un giocatore e un uomo debba sempre ambire al massimo. Non dico che la Lazio vincerà sicuramente lo Scudetto, ma è una squadra in crescita e la lotta quest'anno sarà molto aperta".
Chiusura sull'esclusione dalle convocazioni di Mancini di Zaniolo e Zaccagni. "Credo il mister abbia fatto delle scelte, non so se collegate a quanto successo a giugno - ha spiegato Ciro -. Zaccagni l'ho visto in ritiro e mi disse del problema fisico a giugno... C'era stata un po' di polemica, ma è follia pensare che qualcuno voglia scappare da Coverciano". "Ho visto gli occhi di Provedel quando è arrivata la convocazione e mi ha ricordato me quando arrivò la mia prima convocazione", ha concluso l'attaccante azzurro.