Dalla ripresa del primo di ottobre fino all'ultima uscita pre-Mondiale del 13 novembre: questo il mese e mezzo in cui l'Inter si gioca buona parte di questa anomala stagione e Inzaghi una fiducia che per ora resta forte ma va inevitabilmente puntellata, per scongiurare ribaltoni che al momento nessuno vuole. Nel dettaglio sei settimane intense, una soltanto senza impegni infrasettimanali. Roma, Barcellona, Sassuolo e ancora Barcellona per iniziare. Poi doppio impegno di campionato con Salernitana e Fiorentina prima del nuovo impegno di Champions con il Viktoria Plzen. A seguire Sampdoria e Bayern per poi chiudere col trittico di Serie A Juve, Bologna e Atalanta. Quel che si dice, insomma, un vero tour de force.
Inzaghi è chiamato a dare risposte concrete a richieste pressanti: la squadra va ricaricata sotto il profilo atletico e mentale, il gruppo va ricompattato, le decisioni dovranno essere chiare, sicure, lineari, anche se delicate. Proprietà e management appoggiano l'allenatore, pur nella regola della non ingerenza nelle scelte tecniche: al tecnico si chiedono linearità e "coraggio". Appoggio a lui ribadito anche dal presidente Zhang che dopo essere rientrato dagli Usa dove si trovava da qualche giorno ha pranzato alla Pinetina insieme al tecnico e a Marotta, Ausilio e Baccin. Il numero uno nerazzurro ha poi lasciato il centro sportivo per fare ritorno a Milano, mentre il tecnico si è intrattenuto con i tre manager interisti. Nessun confronto stile post-Bayern con la squadra - anche perché alla Pinetina sono rimasti ben pochi giocatori - ma una chiacchierata - la prima dopo il tonfo di Udine - per provare a trovare assieme le linee guida della ripartenza. Il resto, però, dovranno farlo i calciatori, in primis quei "senatori" apparsi spenti, svogliati e nervosi: se l'Inter è in difficoltà, alla squadra non vengono concesse attenuanti. Non è questo il tempo delle scuse o degli alibi: per ripartire è necessario che tutti, nessuno escluso, remino nella stessa direzione. E che chi, per carisma, temperamento, militanza ha doti da leader oggi deve metterle effettivamente e finalmente sul terreno di gioco.
MAROTTA: "SONO CERTO CHE DOPO LA SOSTA CI RIPRENDEREMO"
Intanto, in attesa che arrivino aggiornamenti sull'incontro della Pinetina, la Gazzetta riporta le parole pronunciate dall'ad Beppe Marotta ieri sera, nella cena organizzata dall'ex presidente nerazzurro Ernesto Pellegrini insieme ai campioni della Coppa Uefa del 1991: "Guardate – ha detto il dirigente nerazzurro – che oggi l’Inter ha gli stessi punti che aveva nell’anno dello scudetto con Conte, e dopo sette giornate ha segnato tre gol in più e ne ha subiti 11 come allora, per cui sono convinto che dopo la sosta ci riprenderemo".