In casa Italia è vigilia della sfida di Nations League contro l'Inghilterra. In conferenza stampa c'è Leonardo Bonucci, finito nel mirino dei tifosi della Juve per il deludente avvio di stagione. "Ingratitudine? Se fossero stati gli ultimi tempi mi sarei sorpreso... Ma è tutta la carriera così, non mi spaventa nulla - ha spiegato -. Ho vissuto nella vita momenti peggiori, non mi spaventa ormai più nulla". Sull'eventualità che a San Siro ci siano dei fischi. "Chi fischia un giocatore della nazionale italiana per me è una persona senza cervello, in quel momento il giocatore rappresenta tutta la Nazione e anche chi sta fischiando - ha aggiunto - Non vedo perché debba essere fischiato Donnarumma che ha solo fatto una scelta, non è stato il primo a essere fischiato e non sarà l'ultimo. Dobbiamo crescere dal punto di vista culturale, domani ci aspettiamo un San Siro carico".
La Nazionale per smaltire le scorie juventine. "Quando vengo in Nazionale mi rigenero ma non solo stavolta, è così da 12 anni a questa parte. Qui si respira aria fresca, si sta insieme a un gruppo per 10 giorni di fila. Al Mondiale del 2026 non ci penso, non è il mio obiettivo, il mio obiettivo e star bene e aiutare la Nazionale finché potrò e lo vorrà il mister".
Più leader con l'Italia o alla Juve. "Io mi sento me stesso, sempre. Nel bene e nel male, tutto ciò che ho fatto nella carriera l'ho fatto essendo me stesso. Che sia la Juve o la Nazionale, io mi comporto come credo sia giusto. L'importante è che io la mattina mi possa guardare allo specchio ed essere consapevole di aver dato tutto me stesso per me e per la squadra".
Sulla sfida con l'Inghilterra. "Quella di domani sarà una gara molto importante, ci farà capire a che punto siamo del percorso. Dopo la mancata qualificazione al Mondiale e le gare di giugno, con tanti ricambi, domani capiremo dove migliorare e in cosa. Non c'è gara migliore di questa per iniziare il percorso. Bisognerà stare attenti alle loro individualità, soprattutto in attacco hanno giocatori che possono decidere il match da un momento all'altro".
Sul futuro della Nazionale. "C'è un po' di mancanza di coraggio nel farli giocare, ma anche difficoltà nel trovare giocatori di un certo livello pronti per certe competizioni. Però bisogna lavorare e capire che per dare alla Nazionale una squadra all'altezza bisogna rischiare perché il rischio può dare soddisfazioni".