Ha portato l'Ungheria all'ultimo Europeo, dove è andato a un passo da superare un girone con Germania, Francia e Portogallo, ed è in testa a un gruppo di Nations League che comprende Italia, Inghilterra (le finaliste dell'ultimo torneo continentale) e i tedeschi. Ha superato gli inglesi 4-0 a casa loro e ha vinto in Germania. Marco Rossi, insomma, sta trascinando l'Ungheria nei posti più alti del calcio continentale e, con un pareggio a Budapest lunedì, arriverebbe a giocarsi le Final Four della Nations ai danni dell'Italia, la sua Patria.
Quando si dice che un allenatore conta poco, basterebbe fare il suo esempio. I magiari non hanno certo una rosa di altissimo livello, eppure stanno ottenendo risultati al di sopra delle loro possibilità. Come? Con una ferrea organizzazione di gioco. L'Ungheria si schiera con tre difensori, che sono cinque in fase difensiva, due centrocampisti centrali, due trequartisti e un attaccante. La fase di non possesso è quella più strutturata tatticamente. La linea arretrata a cinque cerca di non abbassarsi troppo per non concedere spazio alle sue spalle. Uno dei trequartisti si abbassa in linea con il centrocampo mentre l'altro aiuta il centravanti a schermare l'impostazione avversaria. Non è prevista una particolare aggressività e si cerca sempre di non sguarnire la retroguardia a cinque. Quando un esterno scivola per prendere il laterale avversario, si abbassa uno dei centrali di metà campo per mantenere la linea intatta.
La fase offensiva è affidata alla ricerca di uno dei centrocampisti, che può fare da schermo per il terzo uomo in caso di aggressione avversaria, con la ricerca della punta centrale, il cui movimento ad arretrare è accompagnato dall'inserimento contemporaneo dei trequartisti che vanno a occupare posizioni complementari e opposte. Nelle ultime uscite, e presumibilmente anche nella prossima sfida contro l'Italia, Rossi si è affidato al portiere Gulacsi, dei tedeschi del Lipsia, ai difensori Orban, Szalai e Lang, agli esterni Fiola e Kerkez, ai centrali di metà campo Schafer e Nagy (il vero regista della squadra), ai due trequartisti Szoboszlai (stella del Lipsia) e Gazdag e della punta centrale Adam Szalai, attaccante del Basilea, e autore dello splendido colpo di tacco che ha umiliato la Germania a casa sua.