Atletica, Tortu: "Posso tornare a correre sotto i 10 secondi"
L'azzurro medaglia d'oro nella staffetta 4x100 di Tokyo: "Prossimi obiettivi? I Mondiali 2023 e le Olimpiadi di Parigi"
Filippo Tortu sembra avere le idee ben chiare per il suo futuro: "ll ricordo di Tokyo è sicuramente un bellissimo momento della mia vita e della mia carriera, ma ora voglio pensare a quello che devo ancora fare, alle prossime Olimpiadi - ha detto l'atleta azzurro, medaglia d'oro in Giappone nella staffetta 4x100 -. Per quanto riguarda l’anno prossimo, invece, l’obiettivo sono i Mondiali, che iniziano ad agosto, e non mi dispiacerebbe fare anche i 100 metri. Se dovessi proprio sceglierei, mi concentrerei sui 200, però ho intenzione di correre entrambe le gare. Quest’anno ho dovuto interrompere la stagione dopo gli Europei, ma sono sicuro che posso correre ancora sotto i 10 secondi".
Nel 2018, a 20 anni appena compiuto, Tortu è stato il primo italiano di sempre a infrangere il muro dei 10'' nei 100 metri piani, abbattendo il record di Mennea, che durava dal 1979. Quest'anno, tuttavia, l'azzurro ha preferito concentrarsi sui 200 metri, fermandosi in semifinale ai Mondiali di Eugene e conquistando invece un bronzo agli Europei di Berlino.
"Allora ero meno consapevole di quello che significa essere un atleta e lavorare per un risultato, ero un po’ più spensierato - ha detto ricordando il meeting di Madrid in cui conseguì lo storico risultato -. Però penso che la voglia di ottenere risultati e il desiderio di correre sia lo stesso di quando ho iniziato".
Tortu, che era tra gli ospiti dei Mypersonaltrainer Days all'Arco della Pace di Milano, ha colto l'occasione anche per ripercorrere la storica serata del trionfo olimpico nella 4x100, poco più di un anno fa: "È stata una bella responsabilità, di cui sono molto grato. Sembra assurdo, ma penso che uno sport individuale come l’atletica sia l’espressione massima dello sport di squadra, perché bastava che uno dei tre che mi precedevano avesse corso un centesimo più lento e saremmo arrivati secondi. Quindi è un merito che va diviso in maniera precisa al 25% fra tutti ed è quello che più mi è piaciuto. È stato il frutto di anni di lavoro di squadra".