Sampdoria, Stankovic: "Le vittorie sono penicillina, possiamo salvarci"
Il nuovo tecnico blucerchiato si presenta: "Servirà grande impegno da parte di tutti, da Mourinho ho imparato tanto"
In casa Sampdoria è il giorno della presentazione ufficiale di Dejan Stankovic. Dopo il pari al debutto contro il Bologna il tecnico serbo ha approfittato della conferenza stampa per parlare in maniera più approfondita del suo progetto e della sua idea di calcio: "Le vittorie sono la penicillina - ha detto -. Quando non ci sono i risultati crolli un po' mentalmente e fisicamente. Dobbiamo ripartire dal secondo tempo di Bologna, è quello l'atteggiamento che piace me: aggressivo, organizzato. In tanti mi hanno chiesto perché sono venuto qua, io ho risposto che sono in un grande club. Ci credo. Abbiamo lavorato benissimo questa settimana e i ragazzi sono pronti. Insieme alla dirigenza e ai nostri tifosi possiamo salvarci, ma servirà un grandissimo impegno da parte di tutti".
Il mercato di riparazione al momento non sembra interessarlo: "Intanto dobbiamo arrivarci a gennaio... Dobbiamo arrivare alla pausa per il Mondiale fuori dalla zona retrocessione. Non abbiamo parlato di mercato e non posso dire cosa succederà, ma sono felice di quello che ho a disposizione".
Poi il discorso si è spostato su alcuni singoli e sui leader della squadra: "La qualità in campo mi piace, ma mi piace di più l'equilibrio. Se devo prendere un rischio dev'essere calcolato. Rincon unico incontrista? Non c'è solo lui, dobbiamo essere tutti insieme ad attaccare e difendere. C'è da lavorare, ma c'è spazio per migliorare. Quagliarella lo conosco da tempo, è un leader e ci deve dare una mano. Abbiamo già parlato, se giocherà 95 minuti o uno solo avrà lo stesso atteggiamento da leader. Poi ci sono lo stesso Rincon, Caputo, Djuricic che è serbo e bello tosto, Murillo, Gabbiadini, Bereszynski... Ci sono giocatori importanti, ma i leader si vedono poi in campo e nello spogliatoio. Non mi piacciono i leader che parlano tanto, ma quelli che danno l’esempio. In campo e fuori".
Uno dei difetti principali della Sampdoria, fin qui, sono stati i pochi gol segnati: "È un dato di fatto. Cercheremo di avvicinarci di più alla porta e di recuperare palla più alti. Abbiamo tirato poco e subito tanto, siamo stati poco pericolosi. Voglio cambiare questo e ci proverò, ma dobbiamo essere organizzati, più alti e più aggressivi".
Per Stankovic ci sarà da cambiare prospettiva, dopo aver lottato al vertice del campionato serbo con la Stella Rossa di Belgrado: "Io dico che nel calcio come nella vita devi avere obiettivi. Se alla Stella Rossa l'obiettivo era vincere il campionato, alla Samp è la salvezza. Non lo vedo come passo indietro, ma semplicemente come un altro obiettivo. A me piace lottare per qualcosa e per me non c'è differenza nel modo di approcciarmi. È un obiettivo e va raggiunto".
Dopo aver debuttato contro l'ex compagno dei tempi dell'Inter, Thiago Motta, lunedì è atteso dal faccia a faccia con un altro eroe del triplete nerazzurro, José Mourinho: "L'ho sentito in videocall, ho grande rispetto per la persona e per l'allenatore. Da lui ho imparato tanto, in campo e fuori. È una persona forte e abbiamo fatto un percorso bellissimo insieme. In quei due anni mi ha cambiato, io davo sempre il 100% ma lui ha tirato fuori quel 20% in più che non pensavo di avere. Per novanta minuti metteremo tutto questo da parte, poi torneremo amici come prima".
Si è parlato anche di Sinisa Mihajlovic: "È il mio punto di riferimento nella vita, è come un fratello maggiore. Io lo chiamo anche papà e lui si arrabbia (ride, ndr). Il suo modo di non mollare e di affrontare la vita mi ha insegnato tanto. Anche quello che sta passando mi ha insegnato tanto. Gli voglio un mondo di bene, è come se avessimo lo stesso sangue. Volevo vincere anche per lui a Bologna, non ci sono riuscito, ma ci saranno le partite che dedicherò a lui".