La Juve supera nettamente l'Empoli e Allegri si porta a casa, oltre ai tre punti, la buona notizia dello stato di forma di alcuni giocatori, finora quasi invisibili. La strada da percorrere per tornare credibili ad alti livelli è comunque lunghissima. Per la seconda volta in stagione (e prima in campionato) è arrivata una parvenza di continuità con la doppia vittoria di fila. Un po' poco per gridare ai miracolosi effetti del ritiro, visto che dopo la volta precedente (sei punti tra Bologna e Maccabi Haifa) sono arrivati gli stop di San Siro e Israele.
Le note positive comunque non mancano. Innanzitutto la prova più che convincente di Kostic, schierato esterno sinistro in un centrocampo a cinque e autore di una prestazione di buon livello sia in fase difensiva che offensiva, con una serie di palloni pericolosi messi in mezzo. Da lui è arrivato l'assist del gol che ha sbloccato la partita. Il serbo, praticamente inesistente dall'inizio della stagione, ha messo finalmente in mostra i motivi per cui molte società europee lo hanno corteggiato per portarlo via da Francoforte.
Credibile anche Rabiot, al di là della doppietta, con una continuità di inserimenti offensivi e di presenza costante nella zona di recupero palla. Buona finalmente anche la gestione della squadra dalla cabina di regia di Locatelli e la prestazione di Kean, preferito a Milik come titolare al fianco di Vlahovic, proprio per la sua capacità di attaccare la profondità. E qui si arriva all'altra nota positiva e cioè la bontà del piano gara. La Juve ha sfruttato la ricerca dell'Empoli della costruzione bassa per colpire i toscani con un pressing mirato. In più, e si è visto soprattutto sui cross, la squadra di Zanetti si fa trovare scoperta nella zona tra i due centrali difensivi e il gol del vantaggio, oltre a quello della doppietta personale di Kean (annullata per fuorigioco), sono arrivati proprio seguendo la stessa modalità.
Come dopo Bologna e Maccabi, o nel post vittorie su Sassuolo e Spezia, è iniziato il tam-tam dell'entusiasmo di stampa e tifosi. Gli stessi, insomma, che volevano Allegri lontano dalla panchina bianconera adesso iniziano a fare i calcoli per programmare l'assalto alla vetta tricolore e magari, chissà, il passaggio del turno in Champions. Forse sarebbe il caso di mantenere, nel bene e nel male, un atteggiamento più prudente e aspettare a dare giudizi trionfalistici dopo qualche prestazione credibile contro avversari di altro livello. Magari cominciando dalla trasferta di Lisbona.