Franck Ribery ripercorre la sua splendida carriera. "Zidane è il calciatore più forte con cui ha giocato. Con lui ho avuto la fortuna di disputare il Mondiale 2006 - le parole alla Gazzetta dello Sport -. Era la mia prima volta in nazionale e, anche se abbiamo perso la finale contro voi, rimane un'esperienza indimenticabile". Sul ritiro. "Ancora tre mesi fa mi sentivo bene. Un ritiro precampionato alla grande, poi le prime fitte al ginocchio dopo un triangolare a luglio. Alla prima di campionato contro la Roma ho giocato sul dolore. Non sono una persona fragile, ma per i 3 giorni successivi non sono riuscito a muovermi. I dottori hanno detto che la situazione era molto grave. Ho provato a recuperare. Non riuscivo a credere di essere costretto a smettere. Avrei voluto scegliere io quando dire basta, invece il mio calcio è finito".
Ribery è costretto a dire basta all’età di 39 anni dopo 26 titoli conquistati (tra cui figurano una Champions League e 9 scudetti con il Bayern Monaco) e un'infinità di gol e colpi di classe. "Se sono stato uno dei primi 5 giocatori al mondo? Sì" l'affermazione con cui si chiude l'intervista alla Gazzetta dello Sport. In precedenza, il francese aveva anche parlato della sua esperienza alla Fiorentina. "Firenze somiglia a Salerno perché anche lì vivono per il calcio. Città bellissima, piena di turisti da tutto il mondo. Si mangia molto bene. Col club è finita come è finita, ma la Fiorentina è stata una bella esperienza. Peccato aver giocato quasi un anno senza tifosi a causa del Covid. Ma la gente mi ha voluto bene: sono uno che dal campo esce sempre con la maglia sudata".
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Ora Ribery comincerà una nuova vita nello staff di mister Nicola: "Sono molto contento: in futuro vorrei allenare. Mi piace stare sul campo ed essere vicino alla squadra. Ai compagni ho detto che la cosa più difficile per me non era smettere, ma non poter aiutare loro tutti i giorni. Invece continuerò a farlo, in una città dove il calcio si vive come piace a me: con passione. E io sono innamorato del calcio. E poi il presidente Iervolino ha cambiato e sta cambiando le cose: si percepisce che c’è un progetto, una visione del futuro. Salerno merita grandi cose".
La partita simbolo della sua carriera e quella che vorrebbe rigiocare: "La finale di Champions 2013 vinta con il Borussia Dortmund e la finale-Champions persa ai rigori col Chelsea".
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