Se i numeri non mentono, Inzaghi può guardare al futuro con l'ottimismo dei tempi migliori. Una media di 3,2 gol nelle ultime cinque partite stagionali (16 reti segnate), quarta vittoria di fila in campionato, e una difesa di ferro confermata dalla quarta gara a San Siro senza raccogliere palloni nella propria porta. L'Inter c'è ed è in corsa per tutti gli obiettivi stagionali, ribaltando voci, spifferi e visioni apocalittiche del post partita con la Roma.
Già, perché un mese fa, alla vigilia del primo match con il Barcellona, Simone Inzaghi era considerato un allenatore in bilico. Nonostante i due trofei vinti nella scorsa stagione e il fatto di aver lottato fino all'ultimo per lo scudetto. In un campionato in cui chi, dopo una campagna acquisti faraonica, rimane saldo in panchina anche se è uscito dalla Champions a ottobre e ha dieci punti di distacco dalla prima in classifica. I misteri del calcio italiano sono sempre indecifrabili.
L'Inter è tornata, o non se n'era mai andata. Ha solo avuto bisogno di un periodo di adattamento di cui, paradossalmente, non c'è stato bisogno un anno fa. Il passaggio da Conte a Inzaghi è stato meno indolore dell'inizio della seconda stagione di Simone in panchina. Un calcio più fluido e meno codificato, unito alla memoria del gruppo di giocate mandate a memoria, aveva creato un mix redditizio e di buon livello spettacolare. Ora Inzaghi sembra più vicino alla sua versione laziale, con un'Inter che non disdegna di attendere e di colpire in verticale, sfruttando un Dimarco inarrestabile e gli inserimenti di centrocampisti capaci di buttarsi negli spazi con un tempismo straordinario: Barella su tutti ma anche Mkhitaryan. Poi ci sono i calci piazzati, altra arma da sfruttare vista la fisicità di certi elementi (il gol di De Vrij è quasi un manifesto programmatico in questo senso).
In pochi, poi, hanno la possibilità di sfruttare la panchina come Inzaghi. Quando puoi permetterti di mandare in campo, a partita in corso, Acerbi, Bellanova, Asslani, Lukaku e Correa, l'autore del coast to coast che ha chiuso i giochi contro la Sampdoria, e di poter fare a meno di un elemento che sembrava fondamentale come Brozovic, sostituito con sempre maggiore personalità da Calhanoglu, è facile immaginare perché, per la lotta scudetto, l'Inter sia ancora nel ristretto gruppo delle favorite.