MAX VERSTAPPEN: VOTO 10
Dieci, anzi... quattordici! Le vittorie di SuperMax non fanno più notizia: fanno direttamente la storia. Pole position senza discussioni ed una gara puntualmente vinta nella "drag race" verso la staccata di curva uno. Il resto dei settantuno giri è un rapidissimo incedere verso la bandiera a scacchi e l'ennesimo record. Regala una piccola illusione ad Hamilton solo ad inizio GP, all' idolo di casa e compagno di squadra Perez nemmeno quella. Finale da... gomito fuori dal finestrino. Dimenticato a lungo dalla regia televisiva (come si conviene ai dominatori della scena) e non è che dietro facessero chissà quali fuochi d'artificio!
FERRARI: VOTO 5
Non ha molto senso giudicare i singoli (in questo caso specifico i piloti). La Scuderia porta malvolentieri a casa se non la peggior performance stagionale, quantomeno quella più opaca. Ne ha ancora meno (di senso) ricorrere a giustificazioni largamente insufficienti. Va bene i duemiladuecento metri di quota di Mexico City, ma non è che Red Bull e Mercedes corressero a Rimini, a Lloret de Mar o a Nizza. Più che di rarefazione dell'aria, bisogna parlare di quella delle performances delle Rosse. Riscatto in Brasile? Noi ci crediamo. Vabbeh, speriamo.
LEWIS HAMILTON: VOTO 7,5
La Ferrari è dietro ma la Red Bull è ancor fuori portata. Per Hamilton la prima vittoria stagionale continua ad essere elusiva e le occasioni iniziano a scarseggiare. Intanto Lewis ha regolato i conti con il compagno di squadra che lo aveva progressivamente messo in ombra ad inizio e centro stagione. Resta un premio di consolazione o poco più, per chi nell'ultimo decennio aveva fatto la bocca e addirittura l'abitudine a ben altri traguardi. Vince la sfida iniziale con Russell, coltiva qualche ambizione nei primi giri di gara, poi molla la presa ma difende senza particolare affanno su Perez nel finale. Ci mancherebbe altro!
DANIEL RICCIARDO: VOTO 7
Mette in pista una delle sue (poche) giornate da ricordare di questa stagione con una performance tutta in progressione, grazie anche alla strategia-pneumatici da "cosa abbiamo da perdere?" che qualche volta (come questa) porta buoni frutti e gli permette un volta tanto di mettere in ombra il compagno di squadra LANDO NORRIS (VOTO 5). Troppi a nostro giudizio dieci secondi di penalizzazione per la ruotata a Tsunoda ma Daniel la neutralizza direttamente in pista con un finale arrembante. Bravo! Peccato che sia appunto il finale, e non solo del GP del Messico.
SERGIO PEREZ: VOTO 6
Aveva un'intera nazione alle spalle, e già questo è un "mistero misterioso". In più, a fronte di una Red Bull da posizione dominante, non riesce nemmeno a spaventare Hamilton nel duello finale (abortito) per il secondo gradino del podio. Strappa la sufficienza grazie alla prontezza nell'approfittare delle schermaglie iniziali tra i due piloti Mercedes per "rubare" la terza posizione a Russell. Già, ma era il minimo sindacale. Siamo severissimi con Checo ma ci sta, visto il contesto e la gran fiesta finale mancata.
VALTTERI BOTTAS: VOTO 7
Si mischia ai big del Mondiale in qualifica, come ai bei tempi (sul giro!) della Mercedes, poi si difende egregiamente in gara, non disdegnando sfide un po' più modeste che gli regalano alla fine un decimo posto (con relativo punto iridato) tutt'altro che banale. Anche perché Valtteri era a bocca asciutta dal GP del Canada e fino a quel momento (metà giugno) si era piazzato tra i primi dieci in sette occasioni su nove.
FERNANDO ALONSO: VOTO 6,5
Lasciamo perdere le immagini di un Fernando affranto in seguito all'ennesimo ritiro, sicuramente ad effetto. Basta ed avanza la grinta messa ancora una volta in pista. Gli altri però non è che siano lì a giocare a carte e tra di loro il suo compagno di squadra ESTEBAN OCON (VOTO 6,5) strappa l'ottava piazza finale e allunga su Fernando nella classifica generale. Pronto a saltare sull'Aston Martin subito dopo il gran finale di Abu Dhabi, lo spagnolo baratterebbe volentieri le immagini ad effetto con qualche bandiera a scacchi in più nel curriculum nel bilancio finale (o quasi) del suo biennio del rientro.
GEORGE RUSSELL: VOTO 5,5
Parte della responsabilità per il risultato finale ai piedi del podio è del team e delle scelte a livello di mescole da alternare in gara, confermata (purtroppo per lui) anche sulla W13 di Hamilton. George non riesce ad insidiare la prima posizione di Verstappen al via, poi incassa due sorpassi in un chilometro e mezzo da Hamilton e Perez. La luce si spegne quasi subito e per il resto è tutta una poco brillante "sunday drive" verso il traguardo, a metà strada tra il leaders e le Ferrari.