La nazionale che in Qatar non c'è potrebbe vincere il Mondiale guidando a fari spenti nella notte, tanto a evitare di prendere gol ci penserebbe, nel caso, Donnarumma e a segnarli la coppia Haaland-Osimhen. La top undici degli esclusi è una formazione che metterebbe paura a Francia, Brasile, Argentina e via dicendo, di cui gli Azzurri rappresentano purtroppo lo zoccolo duro...
Gigio è il numero uno per eccellenza tra i non qualificati, guantoni attaccati al chiodo della malinconia e appuntamento rinviato, si spera, al 2026. Un puntino oggi lontano, irraggiungibile, per il colombiano della Juve Cuadrado, che a trentaquattro anni non può farsi grandi illusioni per la prossima kermesse mondiale anche se i Cafeteros dovessero esserci.
Niente da fare anche per l'interista Skriniar, che va per i ventotto e almeno una fiche in tasca ce l'ha ancora, solo che in Slovacchia, tolti lui e Lobotka, non c'è al momento talento a sufficienza per sognare in grande. A completare la difesa l'austriaco Alaba e lo scozzese Robertson, che a Madrid e Liverpool si divertono parecchio tra campionato e Champions League, ma un po' meno con le rispettive nazionali, che da Francia '98 non vedono la fase finale.
E' andata male a questo giro, in un immaginifico e molto sbilanciato 4-4-2, oltre che ai nostri Barella e Verratti, anche a Salah, che in Russia, quattro anni fa col suo Egitto segnò due gol in due partite, e a Kvaratskhelia, ma ce ne vorrebbero altri tre/quattro come il neo-napoletano, alla Georgia, per immaginarsi oltre qualsiasi girone eliminatorio o playoff.
In casa Haaland finora è papà, Alf-Inge, a vantarsi di aver partecipato a un Mondiale, a Usa '94. Erling, oltre che segnare, nelle qualificazioni, cinque reti in sei partite, non poteva fare. Una in più di Osimhen, che ha il rimpianto di essere andato in bianco nello spareggio contro il Ghana: il primo flop delle Super Aquile dopo tre qualificazioni consecutive.