Le dimissioni di Mattia Binotto spianano (si fa per dire!) la strada verso uno scenario tutto da ridefinire e - pensando al Mondiale 2023 già dietro l'angolo - implicano l'accensione dei fari su una questione-chiave: quella dei rapporti di forze tra Charles Leclerc e Carlos Sainz (e quindi dei rispettivi ruoli) in vista della nuova e complicata sfida a Max Verstappen che - con due titoli in due anni - ha già iniziato a riscrivere la storia della Formula Uno. Caccia a... novembre rosso, insomma!
È opinione comune (quasi un dato di realtà) che Leclerc abbia giocato un ruolo ispiratore e tutt'altro che di secondo piano nella vicenda o che perlomeno punti molto sul cambio al vertice, soprattutto se a prendere il posto di Binotto sarà Frederic Vasseur. Il quale, non più tardi di quattro anni fa e da Team Principal aveva tenuto a battesimo Charles nella sua stagione d'esordio nel Mondiale con l'Alfa Romeo Sauber (già allora spinta dalla power unit di Maranello).
Se non sono un mistero i malumori di Leclerc da Montecarlo in poi (spesso espressi ad alta voce, via radio in prova ed in gara), tantomeno lo sono gli episodi di malcelata "frizione" tra il pilota e l'ormai ex Team Principal,sfiduciato dai vertici ferraristi e indotto alle dimissioni. Leclerc è sembrato pagare spesso e volentieri errori di strategia e comunicazione che lo hanno (sfortunatamente) colpito in maniera più frequente rispetto al suo compagno di squadra. Va detto che, da parte sua, Sainz ha dimostrato in un paio di circostanze più piglio e più carattere nell'affrontare alcuni episodi potenzialmente sfavorevoli, volgendoli addirittura a proprio favore. Ad esempio a Silverstone, dove lo spagnolo (meno talentuoso del compagno di squadra ma forgiato dal lavoro) ha forzato la mano ed è poi riuscito a mettere a segno la sua prima vittoria: con la Ferrari ed in assoluto. Vero è anche che quello nel GP d'Inghilterra è stato l'unico podio alto di Carlos contro i tre di Leclerc, tutti e quattro però molto significativamente concentrati nella prima metà del Mondiale. Come a dire che nemmeno puntare subito su un solo cavallino avrebbe offerto alla Ferrari maggiori chances di contrastare sulla distanza il prepotente incedere del binomio Verstappen-Red Bull dopo un avvio di stagione per i "tori" non privo di intoppi.
Certo è che l'unico modo di contrastare la già solida (per non dire "naturale") candidatura al tris del binomio vincente anche nel 2022 resta quello di andare all'attacco con una sola punta. Alternative non sembrano essercene, visto il modus operandi del campo rivale. Un candidato da scegliere, se non alla vigilia del GP del Bahrain del prossimo 5 marzo, quantomeno nel breve volgere di poche gare, magari all'esordio europeo ad Imola, settima tappa dell'attuale calendario: che diventerebbe la sesta se il GP della Cina saltasse (come appare possibile) per il quarto anno consecutivo. E se Leclerc ha già detto e fatto il suo, puntando al ruolo di prima guida (modalità raramente praticata in Ferrari), resta da capire come Sainz - che infatti vanta un contratto che a ruote ferme lo mette su di un piano di parità con il monegasco - giocherà le sue carte nel corso di un inverno che si preannuncia caldissimo.
Tanto per circostanziare meglio il quadro generale, cosa racconta intanto la storia dei primi due anni condivisi da Charles e Carlos a Maranello? Nel 2021 - anno ancora di transizione e senza vittorie dopo il mediocre 2020 (Vettel al fianco di Leclerc) - lo spagnolo... approfittò del fattore-sorpresa, salendo ben quattro volte sul podio nel suo primo Mondiale da ferrarista contro la singola apparizione del monegasco: che chiuse secondo a Silverstone, come secondo era stato Carlos a Montecarlo, prima dei tre terzi posti a Budapest, Sochi e Abu Dhabi. Tanto che nella classifica finale del Mondiale Piloti Leclerc chiuse solo settimo (ultimo dei piloti delle prime tre squadre della classifica Costruttori) e dietro anche a Lando Norris, con Sainz invece quinto.
Top five "bassa" replicata dal madrileno anche nel Mondiale che si è chiuso lo scorso fine settimana ad Abu Dhabi. Solo che in questo caso Leclerc ha fatto la differenza, arrampicandosi fino alla seconda casella del ranking. Eppure... undici volte sul podio Charles, ma nove anche Carlos! Per il monegasco (sostanziale equilibrio da podio a parte) supremazia sul compagno di squadra in classifica, a fronte però di un duello fin troppo "tirato" ed incerto fino all'ultimo giro di Yas Marina con... Sergio Perez per la platonica coccarda di vice-Verstappen. Ben magra soddisfazione per la Scuderia, agli antipodi di un Mondiale che - esattamente otto mesi prima - era iniziato con una sonante doppietta rossa.
Insomma, due stagioni tra di loro in decisa contraddizione e - guardando avanti, alla sfida con Verstappen e la Red Bull ma anche con la Mercedes - la necessità da parte della Ferrari di "fare la punta" al proprio piano. Perché la modalità Red Bull nella gestione dei propri piloti non è come detto replicabile a Maranello e perché - fronte Mercedes - neppure un sette volte iridato come Lewis Hamilton ha preteso (tantomeno ottenuto) trattamenti di riguardo rispetto al neoarrivato George Russell (che lo ha pure preceduto nella classifica finale) da parte del ponte di comando delle Frecce d'Argento, dentro una stagione complicatissima per il team a lungo dominatore dell'era ibrida della Formula Uno.
Come lui stesso ha dichiarato appena pochi giorni fa, all'indomani del "sipario" di Abu Dhabi, Leclerc punta dritto a partire con i gradi di capitano o quantomeno con una di sorta di prelazione, da confermare però "tutto e subito" a suon di risultati, con Sainz pronto ad approfittare (eccome! lo ha già fatto quest'anno) di ogni singolo passo falso di Charles, "toccato" dalla grazia ma caratterialmente più vulnerabile rispetto al più "quadrato" e metodico figlio del due volte campione del mondo rallies Carlos Sr. e forse per questo... più pronto ad affrontare imprevisti e insidie nuovo dietro ad ogni curva.
Nel mezzo, la gestione... sportiva (in questo caso con le minuscole) dei propri piloti da parte della nuova cabina di regia di Maranello: una vera e propria Situation Room nei sotterranei della Casa... Rossa!