Il titolo della Juve in Borsa era schizzato subito al 5,07% fino ad arrivare al 5,28%. A provocare il rialzo era stata la diffusione del comunicato, avvenuta il 28 marzo 2020, che rendeva nota la rinuncia da parte dei giocatori a quattro mensilità di stipendio, nascondendo l'intesa che prevedeva la restituzione ai giocatori di tre delle quattro mensilità alle quali avevano rinunciato. "Per questioni legislative di Borsa la comunicazione che uscirebbe è solo della rinuncia ai 4 mesi, è chiesto di non parlare nelle interviste sui dettagli di questo accordo", la direttiva interna al club bianconero. Come riportato da 'Repubblica', per i pm si configura l'accusa di aggiotaggio perché il comunicato è "viziato da falsità". Per questo reato si rischiano fino a 12 anni di carcere.
Negli atti, come riporta 'La Stampa', si legge che "il reale beneficio economico e finanziario della manovra è differente da quanto rappresentato e consiste in una sola mensilità stipendiale: il pagamento di tre ratei non è oggetto di rinuncia ma di mero differimento negli esercizi successivi, incondizionatamente e indipendentemente dalla ripresa dell’attività sportiva". Intanto la Juve ha chiesto ufficialmente alla Cassazione il trasferimento a Milano del procedimento. I pm: il processo resti a Torino.