Milan, Pioli: "Giroud è in un momento straordinario. Leao? Può ancora migliorare"
Il tecnico rossonero parla del Mondiale dei suoi: "Kjaer è tornato deluso, Rafa sta bene ed è contento"
Stefano Pioli si gode da casa i Mondiali 2022 e osserva con attenzione le prestazioni dei ragazzi del suo Milan, a partire da quelle di Olivier Giroud, fresco di conquista dei quarti di finale con la sua Francia: "È in un momento psicofisico ottimale, aveva grande entusiasmo per questa competizione e si sta confermando come il grande giocatore che è - le parole del tecnico rossonero a Sky Sport -. Mi auguro che lui e Theo continuino così, sono molto contento per loro".
Sulle qualità del francese Pioli non ha mai avuto dubbi: "Mi sono bastate un paio di videochiamate con lui per convincermi, prima che arrivasse da noi. Aveva sempre inciso nelle squadre in cui aveva giocato, non solo con i gol, ma anche con gli assist e il lavoro per i compagni. Ero sicuro che il club avesse preso un giocatore molto forte. È un ragazzo splendido, molto motivato e determinato, raccoglie in sé tutte le caratteristiche da leader di una squadra. Se preferirei che tornasse prima? Credo sia molto più facile allenare giocatori contenti e soddisfatti che dover rimotivare giocatori delusi. Kjaer ad esempio è tornato deluso, la sua Danimarca aveva altre aspettative. Gli ci vorrà un po' per sistemarsi".
Poi il discorso si è spostato su Rafa Leao: " Ho detto ai giocatori al Mondiale di star tranquilli, ma di chiamarmi dopo ogni partita. L'ho sentito, sta bene ed è contento per la sua nazionale. Non abbiamo parlato del suo minutaggio, anche perché il Portogallo ha tanta qualità, specialmente in avanti. Magari posso sfruttare questa cosa per convincerlo a rimanere ancora con noi... Se lo vedi in allenamento capisci subito il potenziale incredibile che ha, unisce tecnica e velocità. Poi naturalmente ha dovuto svilupparsi, rapportarsi a una realtà con altre pressioni rispetto a quella del Lille. Ci è voluto un po' e credo che debba fare ancora un salto per diventare il campione che può diventare. A volte gli chiediamo di stare largo coi piedi sulla linea per poter andare in campo aperto, altre lo accentriamo un po' di più, altre ancora si abbassa troppo, perché se non tocca la palla per un po va a cercarsela abbassandosi e lì può diventare pericoloso... per noi però. Vorrei che andasse dentro l'area con più continuità e più determinazione, ma se pensiamo a com'era due anni fa ha avuto un progresso incredibile, anche se non ha il bagaglio completo che può avere uno con più esperienza".
Pioli ha parlato anche del Mondiale in corso in Qatar: "È più un Mondiale di individualità, anche perché quest'anno i ct lo hanno preparato in una settimana. È difficile per un allenatore dare un'identità a una nazional, anche se credo che Luis Enrique giochi il miglior calcio. Non ci sono state grandi sorprese a livello tecnico-tattico. Hanno guardato più alla concretezza e alle individualità, visto che ogni partita ha un peso specifico importante. Come torneranno i giocatori? È un punto interrogativo, a differenza di quelli che non hanno partecipato che invece hanno riposato, anche se hanno fatto sei sedute individuali".
Tra i momenti chiave del suo periodo sulla panchina del Milan c'è stato il periodo del lungo corteggiamento della società a Ralf Rangnick, prima della conferma che avrebbe successivamente portato allo scudetto: "Ho sempre avuto il grande sostegno dell'area tecnica, da Maldini, a Boban, a Massara. Devo però dire che anche Gazidis è sempre stato molto chiaro e diretto. Ha parlato a me e ai giocatori, ci ha detto di non leggere quello che scrivevano i giornali, perché non c'era nulla di deciso ancora, che tutti eravamo in discussione e che i conti si sarebbero fatti a fine stagione. Poi c'è stato il lockdown e quando ci siamo ritrovati per i primi allenamenti qualcosa era cambiato".
Da lì in poi, è stato un percorso di crescita continua: "Se abbiamo fatto questo percorso è perché tutte le componenti hanno dato il proprio contributo. Dal primo giorno che sono entrato a Milanello mi sono sentito bene e il confronto con Maldini e Massara mi ha dato più forza nel mio lavoro. Maldini non è lì solo per seguire gli allenamenti, è lì per rapportarsi con tutti, è una figura centrale. Parliamo di una persona con un livello di conoscenza e un Dna incredibile".