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Inchiesta Juve, il presidente Casini non teme una nuova Calciopoli

Il presidente della Lega Serie A non commenta ma dichiara di osservare da vicino gli sviluppi. Il ministro Abodi: "Caso Juve non resterà il solo"

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L'inchiesta che riguarda la Juventus non porterà una nuova Calciopoli, ne è convinto Lorenzo Casini presidente della Lega Serie A. Mentre la società bianconera è nel pieno della bufera con accuse pesanti per i suoi ex membri del CdA, il numero uno del campionato ha provato a mostrare tranquillità su una situazione che potrebbe deflagare ulteriormente nel calcio italiano a 16 anni da Calciopoli: "Non c'è questo timore, ma guardiamo bene ciò che sta succedendo".

Ufficialmente come rappresentante della Lega Serie A, Casini non ha voluto commentare le indagini che riguardano la Juventus: "Le cose sono in corso e aspettiamo quello che accadrà. Bisognerebbe capire cosa è successo prima di tirare in ballo Calciopoli - ha continuato il presidente -, poi vedremo quando le indagini saranno chiuse e i processi, se ci saranno, saranno stati svolti. Non ho timore di una nuova Calciopoli, ma sicuramente guardiamo con attenzione. Ora è difficile commentare".

Sul tema delle tasse che i club di Serie A devono versare allo stato entro il 22 dicembre e per le quali la Lega chiede di poter rateizzare in cinque anni senza pagare penali: "Tutti vogliono pagare, ma farlo in modo ragionevole e rateizzato in cinque anni come la legge prevede. Perché sanzionare delle società per il fatto che lo Stato gli ha consentito di sospendere i pagamenti fiscali? Questo è il punto, non si tratta di aiuti, ma di pagare in modo ragionevole", ha aggiunto Casini.

Poi, parlando della proposta di riforme che la Federcalcio aspetta dalle leghe, ha ribadito come "a metà dicembre la proposta sarà pronta", poco prima di essere interrotto dal presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che con sarcasmo davanti ai cronisti ha detto: "Non gli date retta, è schiavo di Lotito". 

IL MINISTRO ABODI: "CASO JUVE NON RESTERA' Il SOLO"
Sul caso Juventus si tratta di "un club che probabilmente non rimarra' il solo" e questo "ci permettera' di fare pulizia". Cosi' il ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi intervenendo allo stesso evento. "Abbiamo bisogno di sapere presto cosa sia successo e che vengano assunte decisioni per ridare credibilità al sistema, nel principio dell'equa competizione. Ed è evidente che negli ultimi anni non è successo", ha concluso. "La gente comune cerca di recuperare speranza e fiducia nel sistema sportivo", ha aggiunto quindi il ministro, tornando a ricordare i casi spinosi nello sport dell'ultimo mese: "Incidenti più o meno gravi come questo, o come altri, perché io non dimentico la curva di Inter-Sampdoria, il caso ginnaste o quello del procuratore D'Onofrio. Di fronte a questi fatti così espliciti e così oggettivi non possiamo aspettare o accompagnare. Dobbiamo comprendere cosa sta accadendo, dando risposte all'opinione pubblica per non far dire che noi predichiamo e poi nel quotidiano non agiamo. La gente chiede chiarezza e anche di restituire un po' di onore a questo mondo".

MALAGO': "INDISPENSABILE FARE CHIAREZZA URGENTE"
"La mia linea è chiara. Serve cautela nei giudizi. Poi è indispensabile fare chiarezza e farla bene, urgentemente". Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagó, parlando nello stesso evento del caso Juventus. Commentando poi in generale la giustizia sportiva ha concluso: "La caratteristica principale dev'essere la velocità, altrimenti è sempre perdente anche quando emette sentenze perfette. I vari mondi della giustizia devono dialogare, perché quando ci sono sentenze diverse non aiuta. Rispettando le autonomie si deve comunque cercare una condivisione".

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