L'INTERVISTA

Superlega, l'avvocato Cascella: "Parere non corretto che pesa. C'è abuso di posizione dominante"

"Circa l'80% dei pareri emessi dall'avvocatura generale vengono poi dopo a coincidere con quella che è la decisione della Corte"

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Dopo che l'avvocato della Corte di Giustizia Europea ha dato, con parere non vincolante, ragione a Uefa e Fifa sul presunto ruolo monopolistico nell’organizzazione delle competizioni calcistiche per club a livello panaeuropeo nel ricorso presentato dai promotori della Superlega, abbiamo intervistato l'avvocato Angelo Cascella, esperto di diritto internazionale ed ex membro del TAS, per capire la portata di questo parere e i possibili sviluppi di questa battaglia che rischia di stravolgere il mondo del calcio. "Si tratta di un parere che sicuramente pesa. Dal punto di vista del diritto non ritengo sia un parere corretto - ha detto a Sportmediaset.it - Normalmente nel passato, una buona parte, circa l'80% dei pareri emessi dall'avvocatura generale vengono poi dopo a coincidere con quella che è la decisione della Corte. Sono, comunque, sorpreso perché ritengo ci sia un'alterazione, un abuso di posizione dominante".

Cosa significa per i promotori della Superlega il parere dell’avvocato generale Athanasios Rantos presso la Corte di giustizia dell’Ue?
"La Corte di giustizia della Ue dovrà decidere anche alla luce di questo parere che però non è vincolante. Normalmente nel passato, una buona parte, circa l'80% dei pareri emessi dall'avvocatura generale vengono poi dopo a coincidere con quella che è la decisione della Corte. Sono, comunque, sorpreso perché ritengo che i sei quesiti che erano stati presentati dal Tribunale di Madrid cui questa società, la A22 si era rivolta, ci fosse un'alterazione, un abuso di posizione dominante, perché in buona sostanza il ricorso che è stato presentato ha come oggetto la verifica del rispetto degli articoli 101 e 102 del trattato dell'Unione Europea che appunto riguarda le libertà fondamentali tra cui l'abuso di una posizione dominante e la concorrenza. Ritengo che comunque così, come ci sono anche altre manifestazioni in ambito sportivo che sono organizzate da soggetti privati, ci possa essere questo accesso ad altre competizioni. Ritengo che questo sia un abuso di una posizione dominante. Comunque abbiamo dei soggetti che sono dei privati, di fatto sono delle multinazionali la Uefa e la Fifa, e quindi il sanzionare un soggetto che dopo decida di fare un'altra competizione non lo riterrei una norma conforme alle regole delle libertà fondamentali dell'Unione Europea".   

Si tratta di un parere non vincolante. Che reale valore ha?
"Si tratta di un parere che sicuramente pesa. Dal punto di vista del diritto non ritengo sia un parere corretto, bisogna vedere quanto dopo la pronuncia la Corte possa essere asettica e quindi essere di mero diritto o anche influenzata dal fatto che gli Stati avevano assunto una netta posizione contro la Superlega. Ritengo che sia Uefa che Fifa siano organismi sostanzialmente privati e che quindi nell'organizzare delle manifestazioni operino in un regime da una posizione dominante che potrebbe essere vista come un abuso. Secondo me sotto questo punto di vista ci potrebbero essere degli estremi per una posizione dominante e quindi sanzionare giocatori o dei club che decidono di organizzare una manifestazione differente non lo ritengo del tutto corretto. D'altronde nel parere odierno la stessa Avvocatura ha riconosciuto la posizione dominante della Uefa in quanto unica organizzatrice delle competizioni calcistiche tra club a livello europeo e il fatto che le norme in discussione siano idonee a limitare le disposizioni del Trattato Ue relative alle norme fondamentali. Ha, però, giustificato tali restrizioni alla luce della specificità dello sport. Invece è proprio grazie alla assenza di specificità dello sport che c'è stata la Sentenza Bosman della Corte di Giustizia del 1995 a cui la stessa Uefa (e poi le singole Federazioni) ha dovuto assoggettarsi".  

A questo punto cosa dobbiamo aspettarci dal Tribunale della Ue?
"Se ci fosse stato un parere differente, da qui ad aprile ci sarebbe stato spazio per un potenziale incontro transattivo tra le parti prima della sentenza della Corte. Ovviamente i ricorrenti avrebbero avuto molto più potere e più voce in capitolo. Viceversa, così, con questo parere netto penso che la Corte difficilmente se ne discosti, però le vie del Signore sono infinite". 

Se il Tribunale della Ue dovesse dare ragione alla Uefa, quali i prossimi passi per A22, la società che muove i fili del progetto?
"Non posso mettermi nei loro panni, sicuramente quello che hanno fatto tramite il Tribunale è stato un passo molto forte con tutti i crismi della giuridicità, visto che era stato presentato questo ricorso al Tribunale di Madrid che a sua volta aveva promosso il ricorso a sua volta presso la Corte di giustizia europea. Non so avranno l'intenzione di agire privatamente, perché utilizzando questa modalità in un certo senso si sono protetti da eventuali aspetti sanzionatori".

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