In Campidoglio processione per rendere omaggio a Sinisa Mihajlovic, scomparso giovedì all'età di 53 anni dopo tre anni di battaglia contro la leucemia. Già dalle prime ore del mattino in camera ardente una fila ininterrotta di persone ha dato l'ultimo saluto all'allenatore serbo, sul feretro sono state deposte corone di fiori di Lazio e Roma oltre alle sciarpe di Torino e Bologna. Tante le lacrime di commozione, presenti Claudio Lotito (che ha deposto una maglia biancoceleste), Luciano Spalletti e Vincenzo Montella. I funerali di Mihajlovic si celebreranno lunedì alle 11 a Roma presso la basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Piazza Esedra.
MONTELLA: "UOMO DI VALORE"
"Voglio ricordare Sinisa come un combattente e uomo di valore, mai trovato una persona che parlasse male di lui nei club in cui abbiamo lavorato entrambi. Eravamo amici, ha lasciato un segno potente anche per chi è malato. Era un uomo sensibile con una corazza pubblica, con la malattia è tornato a essere autentico, senza maschera" le parole di Vincenzo Montella alla camera ardente di Mihajlovic.
LOTITO: "ESEMPIO DI DIGNITÀ E FORZA"
Anche Claudio Lotito alla camera ardente di Mihajlovic: il presidente del club ha lasciato sulla bara una maglietta della Lazio e si è fermato a parlare con la famiglia del calciatore. "Il ricordo che ho è di un grande amico, di un grande uomo e di un grande padre - dice il presidente della Lazio in lacrime all'uscita dal Campidoglio -. Deve rappresentare l'esempio non solo del calciatore ma dell'uomo. Ha avuto il coraggio di portare avanti una malattia che è stata devastante. Per noi è un esempio di dignità e di forza. Non ha mai fatto trapelare nulla, ha sempre avuto il sorriso. Questo dimostra che è un grande uomo". Conclude parlando di quello che la Lazio farà in nome di Sinisa: "Qualcosa faremo in suo nome. Purtroppo era ammalato ma è peggiorato tutto insieme, penseremo a iniziative per celebrare il suo nome proprio come testimonial della Lazio e del nostro mondo".
SPALLETTI: "TI FACEVA CAPIRE SUBITO CHI AVEVI DI FRONTE"
Anche il tecnico del Napoli Luciano Spalletti ha voluto rendere omaggio a Mihajlovic al Campidoglio. "Lui era ancora allenatore del Bologna, ci eravamo incrociati per alcuni collaboratori, gliene serviva uno e ne aveva in mente uno che conoscevo. In quel momento approfondimmo la nostra amicizia - ha detto all'uscita - Fuori dal calcio era uguale, uno che ti faceva capire chi avevi di fronte. Non aveva il timore di nascondersi per poi fregarti. Poi aveva la forza di una persona di valore, quando ci giocavi contro si sentiva subito. Qualcosa che non gli ho detto? Aveva a cuore la situazione di Napoli perché gli piaceva come squadra e città".
BOKSIC: "NON ERA SOLO UN GRAN MANCINO"
Alen Boksic, ex attaccante di Juventus e Lazio, ha parlato di Mihajlovic al Messaggero: "Una persona eccezionale e forte in campo: guai però a pensare che fosse solamente un gran mancino, era forte in tante cose. Ha cambiato la concezione del ruolo, grazie a lui anche i difensori hanno cominciato a segnare. Un piacere combattere tante partite fianco a fianco".
DOMENICA SERA A BOLOGNA VEGLIA DI PREGHIERA
Stasera a Bologna alle 20.45 nella Basilica di Santo Stefano a Bologna è stata organizzata una veglia di preghiera per rendere omaggio a Mihajlovic. Ad annunciarlo è statto don Massimo Vacchetti, sacerdote bolognese amico dell'ex allenatore rossoblù nonchè responsabile della pastorale dello sport della Curia di Bologna. Lo stesso che organizzò il pellegrinaggio a San Luca per lo stesso Mihajlovic, quando il mister rese pubblica la sua malattia.
DS BOLOGNA DI VAIO: "LA SQUADRA STA MALE"
“Il rapporto che avevamo con Sinisa era unico e ora il nostro pensiero va a tutta la sua famiglia. Oltre ai ricordi personali Mihajlovic ci lascia la forza con la quale ha combattuto tutti i giorni, stando sempre vicino a squadra e club, senza mai saltare un appuntamento. Questa resterà una pagina buia nella storia del nostro club. La squadra? Sta male, perché tanti di questi ragazzi hanno vissuto con Sinisa un pezzo importante di carriera”. Parole, riportate dal 'Resto del Carlino', del ds del Bologna Marco Di Vaio.