Alfredo Trentalange ha rassegnato le dimissioni dalla carica di presidente dell'Associazione Italiana Arbitri. Lo ha reso noto la stessa Aia attraverso un comunicato. La decisione di Trentalange è arrivata alla vigilia del Consiglio federale della Figc in cui, tra i punti all'ordine del giorno, c'era anche la questione legata all'Aia e il suo possibile commissariamento dopo il caso D'Onofrio. Il Procuratore capo è stato arrestato con accuse di narcotraffico nell'ambito di un'operazione della Dda di Milano e della Guardia di Finanza per traffico internazionale di droga.
Trentalange era stato ascoltato dalla procura federale della Figc venerdì scorso. Andrà domani in Consiglio federale e "spiegherà" la sua decisione, presa nella convinzione che l'Aia non meritasse il commissariamento ventilato.
Al numero uno degli arbitri era stato notificato l'avviso di conclusione indagini da parte del procuratore federale, Giuseppe Chinè. Nelle motivazioni si ipotizzavano "comportamenti disciplinarmente rilevanti" da parte di Trentalange relativamente alla gestione del caso riguardante l'ex capo procuratore dell'Aia, arrestato per traffico internazionale di droga. Trentalange avrebbe infranto il dovere di comportarsi in ogni rapporto comunque riferibile all'attività sportiva, secondo i principi di lealtà, probità e correttezza "per avere omesso di assumere qualsiasi iniziativa, anche la più minimale, volta e finalizzata ad accertare i reali requisiti professionali e di moralità del sig. Rosario D'Onofrio prima della proposta, fatta dallo stesso Trentalange, e conseguente nomina da parte del Comitato Nazionale AlA". Tra le altre accuse mosse al numero uno degli arbitri anche quella di aver omesso ogni iniziativa diretta ad accertare e, conseguentemente intervenire, visto come D'Onofrio nel corso dello svolgimento del suo incarico abbia preso parte a pochissime riunioni in presenza nonostante la rilevante mole di lavoro (1700 fascicoli l'anno).