FORMULA 1

Formula 1, l’anno dell’addio di Vettel: un vincente col rimpianto Ferrari

Il 2022 è stato l'ultimo anno di gare per il tedesco: 4 volte iridato con la Red Bull, mai in grado di giocarsi il titolo in rosso

Formula 1, l'addio di Vettel: dai trionfi in Red Bull alle delusioni in Ferrari

1 di 49  

Un lungo videomessaggio su Instagram, diffuso attraverso un account creato appositamente per l’occasione. Proprio lui, che non era mai stato particolarmente avvezzo all’uso dei social. È così che Sebastian Vettel, il 28 luglio 2022, ha annunciato il suo addio alla Formula 1 dopo 16 stagioni, 299 GP disputati, 53 vittorie, 122 podi, 67 pole position, 43 giri veloci e, naturalmente, 4 titoli di Campione del Mondo consecutivi, conquistati tra il 2010 e il 2013.

In molti, forse, vedono in Seb l’eterno sconfitto per la lunga sequela di duelli persi contro Lewis Hamilton negli anni della Ferrari, ma la verità è che la sua è stata una carriera da vincente: è andato a punti nella sua gara di debutto in F1 (GP degli Stati Uniti 2007, quando sostituì Kubica sulla Sauber), ha vinto la sua prima gara a Monza, nel 2008, a bordo della Toro Rosso, rimanendo fino al 2016 il più giovane di sempre a trionfare in un GP. Nel 2010, al secondo anno di Red Bull, si è poi laureato campione a soli 23 anni, stabilendo un altro primato di precocità, che conserva tutt’oggi.

Quando è sbarcato in Ferrari nel 2015, dopo essersi messo in bacheca altri tre titoli iridati, la fame di vittorie e la voglia di sognare del popolo del Cavallino hanno reso quasi inevitabile l’accostamento con Schumacher. Il primo tedesco sulla Rossa dai tempi del fenomeno di Hürth, chiamato a riportare a Maranello un Mondiale piloti che mancava dal 2007.

Presto, purtroppo, tanto Vettel quanto i tifosi hanno dovuto fare i conti con la realtà di una Mercedes di un altro pianeta, guidata da un pilota che ogni weekend rasentava la perfezione. In rosso sono comunque arrivate 14 vittorie e 3 podi iridati, con il rammarico di non essere mai riusciti a giocarsi fino in fondo un titolo con Hamilton.

Dopo la disgraziata stagione 2020 e dopo aver perso per due anni di fila il duello interno col giovane Leclerc, è arrivata la consapevolezza della necessità di cambiare. La scelta di sposare il progetto Aston Martin, tuttavia, si è rivelata tutt’altro che vincente e gli ultimi due anni della carriera di Seb si possono riassumere negli anonimi 12esimi posti con cui ha chiuso entrambi i campionati, con il podio di Baku nel 2021 come momento più alto.

Ora per lui è cominciata una nuova vita. O meglio, tra le vite che stava vivendo ha deciso di concentrarsi su una in particolare: “Quella del pilota non è mai stata la mia sola identità - ha spiegato nel suo messaggio d’addio alle corse -. Chi sono io? Sono Sebastian, padre di tre figli e marito di una moglie meravigliosa”. La famiglia, gli hobby e le passioni private sembrano destinati a essere al centro dei suoi pensieri da qui ai prossimi anni, anche se le porte del Circus rimarranno certamente aperte per lui

Helmut Marko ha già fatto capire che sarebbe felice di lasciargli la sua eredità come dirigente in Red Bull: “Tra poco avrò 80 anni e sono tanti, lui sarebbe attratto da una posizione di responsabilità”, ha dichiarato a fine novembre. Chissà che la vita del “pensionato” non lo stufi prima del previsto…

Notizie del Giorno

HINES SU MILANO: "IO CREDO IN MESSINA E NELL'ORGANIZZAZIONE"

VENEZIA AL COMPLETO PER LA SFIDA SALVEZZA CON IL LECCE

serie speciale

Totem Automobili svela a Parigi la GT Super no. 07/40 “Hestia”

LA NOSTRA STORIA

Giornata mondiale della tv: Juve-Celtic 1981, la prima diretta di Coppacampioni di Canale 5

F1 LAS VEGAS

Tsunoda trattenuto alla dogana: "Forse non sembravo un pilota, ero in pigiama..."

SERIE SPECIALE

Totem Automobili svela a Parigi la GT Super no. 07/40 “Hestia”