"In alcuni momenti abbiamo messo in pista aggiornamenti che non hanno funzionato. Altre volte ci siamo persi tra soluzioni diverse e tutte prive di efficacia. Ho provato tante cose ed ho fallito un sacco di volte ma è così che alla fine si cresce. Ed è così che è andata quest'anno. È stata tutta questione di fallimento, ambizioni personali da mettere da parte, rafforzare i rapporti tra di noi e la comunicazione interna. Da questo punto di vista un'esperienza che ci ha reso tutti più forti". Lewis Hamilton si lascia definitivamente alle spalle la prima stagione senza vittorie della sua carriera nella massima formula, provando a trovarvi qualche lato positivo: con uno spirito di squadra encomiabile ma che gli auguriamo di mettere di nuovo al secondo posto della sua lista di priorità, dopo la missione ottavo titolo. Quella che, se portata a termine con successo, gli consentirebbe poi di lasciare il Mondiale nel modo migliore: da numero uno, dell'anno e di sempre!
© Getty Images
"Alla fine dei conti penso che abbiamo iniziato la stagione con una macchina che non volevamo e che l'abbiamo conclusa... con una macchina che non volevamo! Il primo passo in avanti è stato a Barcellona, il primo indizio che c'era del potenziale da tirare fuori, ma si è rivelato ben presto una falsa pista. La macchina infatti lì andò bene, ma le gare seguenti furono complicate. Era come se ci fosse un fantasma dentro la macchina e non se ne volesse andare via! Al Gran Premio di Francia - con il primo doppio podio stagionale - abbiamo di nuovo pensato ad un passo in avanti, confermato più in là dall'efficacia degli aggiornamenti messi in pista ad Austin".
Il diavolo in corpo, insomma: anzi, al volante! I progressi visti al Circuit Of The Americas texano sarebbero poi stati incrementati dal successo di George Russell al GP del Brasile, probabilmente uno dei momenti più... difficili ed al tempo stesso "formativi" per Hamilton, le cui chances di chiudere la sua sedicesima stagione consecutiva con almeno un passaggio sul gradino più alto del podio
© Getty Images
Il bilancio della stagione più incolore di una carriera fin qui dipinta a suon di pennellate iridate, l'ormai quasi trentottenne campione di Stevenage (traguardo che lo attende il prossimo 7 gennaio) lo riserva ad una considerazione amara, che contiene però un imperativo manifesto all'insegna dell'autostima e della voglia di rivincita. Ricetta anticipata qualche tempo fa da Toto Wolff e sicuramente condivisa da George Russell che quest'anno come detto ha messo a segno - poco più di un mese fa in Brasile - l'unica vittoria delle Frecce d'Argento nel corso dell'annus horribilis della Mercedes.
"È stato un anno fuori dal comune, questo è certo. Ho sempre pensato che ce l'avremmo fatta. Non ho mai dubitato che alla fine ci saremmo arrivati, ma quest'anno ci sono voluti tanti tentativi e tanti errori e in definitiva... tanto fallimento".
© Getty Images