Tra passato, presente e futuro Simone Inzaghi racconta se stesso, i propri desideri, le speranze e le ambizioni ai microfoni de "I Re del Calcio" di SportMediaset, intervistato in esclusiva da Alberto Brandi. Partendo da un bilancio di questo suo primo anno e mezzo all'Inter per proiettarsi sui prossimi importantissimi mesi: "Come prima stagione abbiamo fatto molto bene: abbiamo centrato la qualificazione in Champions agli ottavi dopo dieci anni che i tifosi la aspettavano, ce la siamo giocata al meglio col Liverpool. E' stata una grande stagione che sarebbe potuta diventare straordinaria con lo scudetto. L'obiettivo che noi, i calciatori e la società ci prefiggiamo è vincere: è bello giocare, ma è importantissimo vincere". Ecco perché allora è necessario credere nella rimonta, difficile ma non impossibile: "Ci credo, assolutamente sì. Il campionato così spezzato è una novità per tutti, con questa pausa lunghissima. Il Napoli ha fatto finora qualcosa di straordinario, che ha amplificato gli errori delle altre squadre, a partire dall'Inter. Chiaramente l'anno scorso la classifica era più ravvicinata, eravamo tutte nel giro di tre punti. Ma ci credo".
Quasi 12 mesi fa il suo 2022 si apriva con un successo all'ultimo secondo contro la Juve con il gol di Alexis Sanchez in Supercoppa e una corsa zigzagante sul prato di San Siro: "Ho fatto un bello scatto (ride, ndr). Poi mi sono reso conto che i ragazzi andavano dalla parte opposta, non sapevo ancora se fosse il triplice fischio, ma se avessi saputo che era finita probabilmente avrei continuato a correre. Il mio rapporto coi giocatori? In tutti gli anni in cui ho allenato so che nessuno mi ha mai mancato di rispetto e quella è la cosa più importante. Si sa che ho un grande rapporto col mio staff e i miei giocatori, ma sempre nel rispetto dei ruoli".
Una chiacchierata in cui c'è spazio anche per ricordi più lontani che poi però alla fine si intersecano col presente: "I miei quattro gol in Champions con la Lazio al Marsiglia li ricordo molto bene, e ricordo che un assist me lo fece anche Conceicao, che adesso ritroverò agli ottavi di Champions col Porto. E' la serata da giocatore che, insieme alla vittoria dello scudetto con la Lazio, ricordo con più piacere". Serate in cui forse ha perso la voce, come capita oggi molto spesso al termine delle fatiche in panchina: "Sì, è vero. Tra allenamenti e partite spesso ho qualche problema. Ci sto lavorando su e sto provando a risolvere, fortunatamente in 48 ore solitamente recupero abbastanza bene".
Detto questo, si torna al calcio giocato. E alla rivalità cittadina con il Milan: "Con Pioli alla Lazio c'era un ottimo rapporto, si rimaneva anche a tavola a parlare. E' una bellissima persona, negli anni ci siamo incontrati tante volte ma c'è sempre stato grande rispetto reciproco. Dove abbiamo perso lo scudetto lo scorso anno? C'è anche chi dice che c'era un fallo su Sanchez sul gol di Giroud e che l'arbitro a tre metri avrebbe potuto fischiare. Con i se e con i ma non si fa la storia, i fatti dicono che purtroppo quel derby lo abbiamo perso. Allenare l'Inter è stressante? Le pressioni e le responsabilità ci sono, ma devo dire che io resto sempre me stesso, cercando di migliorarmi ogni giorno. Milano ha accolto me, mia moglie e i miei figli nel migliore dei modi, ci siamo ambientati bene e voglio continuare così, cercando di portare trofei alla mia società e provando a migliorarmi sempre".