Anno nuovo, vecchia Juve. In attesa di quella "nuova", quella che nascerà ufficialmente il 18 gennaio quando verrà eletto il nuovo CdA e Gianluca Ferrero rileverà la carica di presidente succedendo ad Andrea Agnelli. Intanto però la prima senza il presidente degli ultimi 12 anni bianconeri è filata via nel segno della tradizione e dell'allenatore che più di tutti a lui si è legato: l'1-0 di Cremona, esaltazione del "corto muso" allegriano, rispolvera la validità del vecchio detto "prima non prenderle". E con quella di ieri le vittorie juventine di fila sono salite a 7, tutte senza incassare gol: le ultime reti prese in campionato risalgono all'8 ottobre (2-0 a San Siro contro il Milan), da lì sono arrivati 21 punti, con 13 gol all'attivo (quattro successi per 1-0 contro Torino, Lecce, Verona e Cremonese, uno per 2-0 contro l'Inter, uno per 3-0 con la Lazio e uno per 4-0 contro l'Empoli). La Juve non è bella, gioca un calcio che non appaga l'occhio ma è tremendamente concreta (e con quel tanto di fortuna che aiuta sempre): allegriana fino al midollo, miglior difesa per distacco (7 gol subiti, sei in meno rispetto alle prime inseguitrici Lazio e Napoli) che compensa un attacco decisamente meno prolifico rispetto alle avversarie per il titolo (25 gol fatti contro i 37 del Napoli, i 35 dell'Inter e i 31 del Milan). Può bastare? Si vedrà, intanto però 11 clean sheet in 16 partite di campionato (record europeo condiviso con il Barcellona, in Serie A il Napoli è a quota 6, l'Inter a 5 e il Milan a 4) stanno assicurando a una squadra decimata dagli infortuni una classifica che lascia aperta la strada verso la vetta, specie pensando a quando Allegri potrà recuperare i tanti assenti. Sinora, gioco forza, Max ha dato fiducia ai giovani che saranno la Juve di domani - quella degli anni del post Agnelli - ma per continuare la corsa con Napoli, Milan e Inter il tecnico bianconero ha bisogno dei top che proprio il vecchio presidente gli ha messo a disposizione. Entro un paio di settimane - così ha assicurato lo stesso Allegri - dovrebbero ritornare in molti, se non tutti. Contro l'Udinese si aspetta il rientro di Di Maria, ad esempio, a seguire Bonucci, Cuadrado e Vlahovic, anche se la pubalgia non lascia margini per previsioni certe. Pogba è sulla via della guarigione, ma i tanti mesi di lontananza dai campi non potranno non pesare sulle gambe del francese, per cui lecito aspettarsi un rientro graduale. Per ora, però, avanti con chi c'è. E il primo non prenderle al momento è più che sufficiente.