Il giudice sportivo della serie A ha disposto la chiusura della Curva Nord della Lazio per una giornata, a seguito dei cori razzisti nei confronti di due giocatori del Lecce provenienti dal settore dei tifosi laziali durante la partita Lecce-Lazio di mercoledì sera. Il settore resterà chiuso già domenica contro l'Empoli. Il club biancoceleste aveva condannato i cori e gli ululati rivolti a Umtiti, che avevano costretto l'arbitro a interrompere la partita. "La Lazio ha sempre contrastato con tutti i mezzi a disposizione ogni forma di razzismo e discriminazione, mettendo in campo iniziative volte a reprimere tali fenomeni, sensibilizzando i propri tifosi su questo tema e agendo nelle sedi preposte a tutela della propria immagine", le parole della società biancoceleste. "La Lazio anche oggi condanna chi si è reso protagonista di questo gesto deprecabile, vergognoso e anacronistico e offrirà come sempre la massima collaborazione alle autorità per individuare i responsabili. I tifosi della Lazio non sono razzisti e non possono essere associati a pochi individui che ledono gravemente l'immagine del club".
Una dura presa di posizione, e ci mancherebbe altro, ma considerata anche la recidiva del club biancoceleste la sanzione era praticamente inevitabile. Gli ispettori federali presenti al Via del Mare avevano inviato un’ampia relazione dei fatti, ricostruiti anche con la collaborazione della Questura di Lecce, che hanno portato al provvedimento del Giudice Sportivo.
CALCAGNO: "VICINANZA E SOLIDARIETÀ A UMTITI E BANDA, FARE CHIAREZZA"
L'Associazione italiana calciatori condanna con fermezza i gravi episodi di intolleranza accaduti ieri nel corso della partita Lecce-Lazio, con i calciatori salentini Samuel Umtiti e Lameck Banda che sono stati oggetto di insulti razzisti da una parte della tifoseria laziale presente allo stadio. "Esprimiamo vicinanza e incondizionata solidarietà ai due calciatori a nome di tutti noi - ha detto il presidente Umberto Calcagno - con l'augurio che si faccia quanto prima chiarezza sull'accaduto e, accertate le responsabilità, si applichino le opportune sanzioni ai soggetti colpevoli di questi gravi comportamenti". "Ci ispiriamo ai più rigorosi valori di uguaglianza e rispetto reciproco - ha sottolineato il presidente Aic - e condanniamo da sempre ogni forma di discriminazione razziale. Questi sedicenti 'tifosi' nulla hanno a che vedere con milioni di appassionati che seguono lealmente il nostro sport".