L'ANALISI

Inter, Lukaku e l'allarme difesa: ecco le spine di Inzaghi

L'attaccante belga è lontanissimo dai vecchi standard nerazzurri, dietro di balla: i 20 gol subiti in nove trasferte preoccupano

Ci sono tre immagini impietose che, al netto del grave errore dell'arbitro Sacchi sul gol di Acerbi, mettono in mostra tutti i nei della faticosa stagione dell'Inter di Simone Inzaghi. La prima è quella temporalmente centrale: è il minuto 93, Gosens batte una rimessa laterale verso Lukaku con il chiaro intento di congelare il pallone e far passare secondi importanti per portarsi a casa il 2-1 e i conseguenti tre punti. Il belga, in fondo a un'altra prova molto negativa, sbaglia uno stop semplicissimo e regala la rimessa laterale agli avversari. Dzeko, inquadrato in panchina, se la ride. Come a dire: "Ma come si fa?". Già, come si fa, ce lo siamo chiesti un po' tutti e se lo chiedono, soprattutto, i tifosi dell'Inter, che aspettavano il ritorno di Lukaku per cambiare marcia e darsi all'inseguimento del Napoli, battuto nello scontro diretto solo una manciata di giorni fa. 

La seconda e la terza immagine sono forse perfino peggiori, perché il "male", per chiamare le cose con il loro nome, accompagna il campionato di Inzaghi dall'inizio della stagione. Difesa schierata e avversario lasciato libero di colpire (Ciurria sul primo gol); difesa schierata e disattenzione di Dumfries sulla rete del pari monzese. Il che, ed è questo il punto, apre una voragine di insicurezza in una retroguardia che, fin qui, ha subito ben 24 gol in 17 partite, 20 dei quali nelle nove trasferte.

Non faceva peggio, scrive il collega Giuseppe Pastore, da 25 anni: stagione 1998/99, 25 reti al passivo. Stesso negativo score, invece, nel 2004/05 e nel 2014/15. Aggiungiamo noi, perché di questo si parla: ottavo posto a fine stagione nel primo caso (scudetto al Milan), terzo nel secondo (titolo alla Juve), ottavo nel terzo (ancora Juve tricolore). Aggiungiamo ancora: Napoli, 13 gol subiti, Juve 7, Milan 16, Lazio 13, Roma 14, Atalanta 17. Tradotto: se è vero che lo scudetto va quasi sempre alla miglior difesa, qualcosa di cui preoccuparsi, per Inzaghi, c'è eccome. 

Poi, certo, l'alibi Sacchi vale, perché è evidente l'errore di Monza e il successo avrebbe nascosto sotto il tappeto un problema che, altrettanto evidentemente, esiste. Ma qualche considerazione nel merito Inzaghi dovrebbe farla e qualche ritocco, forse, sarà necessario. Capire quale è complicato ed è soprattutto un problema dell'allenatore nerazzurro. Continuare su questa strada, però, è un suicidio assistito. Perché alla lunga, tra ottime prestazioni come quella contro il Napoli o la doppia sfida di Champions con il Barcellona, e clamorosi passi falsi, lo scudetto rischia di allontanarsi irreversibilmente. Sempre che, tra rimpianti e recriminazioni, ci sia ancora spazio per una rincorsa tricolore.