ALPINISMO

Della Bordella: "Fitz Roy più... sicuro del Torre ma una certa percentuale di rischio fa parte dell'alpinismo"

La cordata italiana pronta ad entrare in azione in Patagonia per un progetto alpinistico ancora "top secret"

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© Archivio Matteo Della Bordella

Le vacanze sono terminate, si torna alla routine di tutti i giorni! È... diversamente vero anche per Matteo Della Bordella che, dopo un breve priodo di relax "patagonico" con la propria famiglia, è rimasto ai piedi delle sue montagne del cuore per muovere i primi passi del suo primo progetto alpinistico del nuovo anno, rimanendo ancora una volta fedele alla "sua" amata Patagonia. Compagno di cordata dell'ex presidente dei Ragni di Lecco nonché "Ragno per sempre" è in questa occasione il forte collega bresciano Leonardo Gheza. Il 2023 è appena iniziato, la sua prima avventura targata MDB... anche! 

© Archivio Matteo Della Bordella

“La Patagonia è il tempio dell’alpinismo, il mio appuntamento più importante dell’anno. Qui ci sono le montagne più belle al mondo, almeno per me. Qui trovo stimoli sempre nuovi e la voglia di mettermi alla prova con sfide impegnative e obiettivi sempre più importanti. Trovare la motivazione per tornare in Patagonia dopo l’esperienza sul Cerro Torre è difficile. Dopo una salita come quella, con tutti gli eventi che le hanno orbitato intorno, non è scontato. Per questo ho deciso di cimentarmi in un’esperienza nuova, con un compagno di cordata motivato ed entusiasta: Leonardo Gheza”.

© Archivio Matteo Della Bordella

Ha nuovamente (viene da dire: inevitabilmente) scelto la Patagonia, Matteo Della Bordella, come meta per la sua stagione invernale. Un viaggio che rappresenta ormai una consuetudine per lo scalatore lombardo, membro storico dei Ragni di Lecco dopo esserne stato il presidente. L’ultima stagione patagonica per Matteo è stata un successo, con l’apertura di una nuova via sul Cerro Torre: “Brothers in arms”, dedicata a tutti i compagni caduti sul campo. La concretizzazione di un sogno coltivato per tre anni, immaginato e condiviso con Matteo Bernasconi e Matteo Pasquetto. Amici e compagni di cordata purtroppo scomparsi prima del tempo a causa di due incidenti avvenuti a pochi mesi di distanza nel corso della primavera e poi dell’estate del 2020. 

© Archivio Matteo Della Bordella

Corregionale del varesino Della Bordella, Leonardo "Leo" Gheza (classe 1991) può vantare un curriculum di prim’ordine, ricco di ripetizioni impegnative ed estreme sulle Alpi, oltre ad una buona esperienza su montagne e pareti impegnative in giro per il mondo, maturata durante gli ultimi anni. I due alpinisti lombardi si sono conosciuti proprio in Patagonia, grazie all’amicizia comune con Matteo Pasquetto, nell’anno dei primi tentativi lungo il Diedro degli Inglesi. Insieme i due alpinisti hanno ripetuto “Groucho Marx”, via che corre sulla parete est delle Grandes Jorasses. Con Federica Mingolla invece Gheza ha effettuato la prima ripetizione de “Il giovane guerriero”, via che Della Bordella ha aperto insieme a Luca Moroni e Matteo Pasquetto. Il terreno d’azione della cordata lo fissa Della Bordella, che non si sbilancia… sull’obiettivo finale ma - è proprio il caso di dirlo - fissa l'asticella molto in alto: 

“Per noi il range sono le montagne nell’area del Fitz Roy. Abbiamo in mente un progetto, ma al momento preferiamo non svelarlo. Con le temperature alte che si stanno registrando nelle ultime stagioni una montagna come il Fitz Roy offre maggiori margini di sicurezza, presentando meno pericoli oggettivi ad esempio rispetto al Cerro Torre, con il suo fungo di ghiaccio sulla vetta. L’assunzione di una certa percentuale di rischio fa parte dell’alpinismo: non possiamo portare questo valore a zero, e lo sappiamo bene. Quello che possiamo fare è limitare il più possibile la nostra esposizione ai pericoli oggettivi”.

© Archivio Matteo Della Bordella

La decisione di andare verso il Fitz Roy è quindi in parte figlia di una scelta legata alla sicurezza oggettiva della montagna ed al tempo stesso testimonianza dell'attenzione di MDB allo scenario generale. Una visione ampia, consapevole e coscienziosa, pur all'interno - come Matteo ha tenuto a rimarcare poco sopra - della sfera del rischio connaturato all'attività alpinistica ed a quello sulle montagne più isolate e selvagge in particolare.

© Archivio Matteo Della Bordella

Qualcosa che va ben oltre l'ambizione individuale e la voglia di confrontarsi con queste montagne, che d'altra parte Matteo conosce molto bene, avendo scalato per tre volte il Fitz Roy nel corso dell’ultimo decennio: per la Via Californiana nel 2014 con Silvan Schüpbach e Luca Schiera (dai primi di maggio 2021 presidente dei Ragni al posto di MDB), con gli stessi compagni l’anno dopo (aprendo una nuova variante al Pilastro Goretta) e per l’ultima volta nel 2016 con David Bacci, realizzando la prima ripetizione della Via dei Ragni sulla parete est del gigante patagonico.

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