L'ANALISI

Pioli, 10 giorni da incubo: il Milan non c'è più, niente gioco e idee

La sconfitta in Supercoppa contro l'Inter ha aperto la crisi nell'ambiente rossonero

La debacle in Supercoppa Italiana ha aperto ufficialmente la crisi in casa Milan. Negli ultimi 10 giorni i rossoneri hanno compromesso buona parte della stagione, con i due pareggi in campionato contro Roma e Lecce, sono stati eliminati dalla Coppa Italia e in Arabia hanno visto sfumare in malo modo il trofeo meno prestigioso ma anche il più "facile" da conquistare. I cattivi risultati dell'ultimo periodo hanno appesantito la testa dei giocatori e tolto certezze. Il Milan non è più squadra, ingrediente fondamentale della gestione Pioli, e il tecnico è stato tradito anche da alcuni degli uomini più rappresentativi, Theo Hernandez e Tomori. Una crisi che ha radici anche in un mercato davvero deludente: De Ketelaere, Adli, Origi e i nuovi hanno in gran parte deluso, facendo spesso e volentieri rimpiangere i cosiddetti titolari. Senza contare che la difesa in questo 2023 fa acqua da tutte le parti: 9 gol subiti in 5 partite sono numeri da squadra retrocessione.

Il Milan sta attraversando uno dei momenti peggiori da quando Pioli si è seduto sulla panchina rossonera. La squadra è irriconoscibile sia a livello di gioco che di carattere e i risultati degli ultimi tempi sono un forte campanello d'allarme. Con il Napoli in fuga e avanti 9 lunghezze, il Diavolo deve guardarsi le spalle, perché Inter e Juve sono dietro appena un punto, mentre Roma, Lazio e Atalanta hanno guadagnato terreno e rimangano agganciate al treno Champions. 

Il tecnico parmigiano dovrà ora lavorare sulla testa dei suoi, perché è da lì che partono tutti i mali della squadra. Il blackout nel finale contro la Roma sono costati due punti, così come l'inizio shock contro il Lecce. E anche ieri sera la fase difensiva ha lasciato parecchio a desiderare: i due gol di Dzeko e Lautaro sono frutto di disattenzioni letali, errori che l'anno scorso la stessa squadra non avrebbe mai commesso.

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Un momento no che va di pari passo con il calo di rendimento di alcuni giocatori fondamentali, Theo e Tomori su tutti. Il terzino francese ha perso la proverbiale spinta e ha palesato i soliti limiti difensivi, mentre l'inglese non è più il muro invalicabile ammirato fino a poco tempo fa. Se poi ci aggiungiamo un Giroud tornato stanco dal Mondiale e i ricambi non all'altezza, ecco che tutto torna e le cose diventano irreparabili quando anche il tuo uomo migliore, Leao, gioca sottotono e le sue micidiali accelerazioni vengono contenute.

Il Milan si lecca le ferite e ora ha 6 giorni di tempo per preparare un altro match complicato, quello all'Olimpico contro la Lazio. La vittoria in extremis della passata stagione regalò linfa ed energia per la volata scudetto a Calabria e compagni: quest'anno quello per Roma pare essere proprio l'ultimo biglietto per non scendere dal treno scudetto.

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