“Il rally mi è sempre piaciuto, ma è qualcosa da non prendere sottogamba, perché è molto diverso da ciò che ho fatto fino ad ora: correre in circuito. Quindi non so... vedremo" Sebastian Vettel sfoglia la classica margherita e - mentre il Mondiale WRC celebra quello che è ad un tempo la sua apertura ed il suo appuntamento più prestigioso (il Rallye di Montecarlo, ovviamente) - il quattro volte campione del mondo sembra pronto a farsi tentare dalla disciplina. Per adesso niente di certo, come dice lui stesso, se non appunto dichiarazioni largamente "mirate" all'imminente impegno nella Race Of Champions di fine mese sulle nevi svedesi, che il tedesco ha chiuso un anno fa al secondo posto, battuto solo dall'omonimo collega (di Mondiali vinti) Sebastien Loeb.
“Viene spontaneo guardarsi intorno. Al momento però non ho preso decisioni. Inizialmente non vedi l'ora di fare nulla, ma non dura molto. Voglio dire, ho un sacco di cose in testa, altri interessi al di fuori delle corse. Naturalmente, questo è ciò che ho fatto per tanto tempo, il centro della mia vita. Quindi è difficile affermare che non mi mancherà. Quanto e se fino al punto di farmi pensare ad altro... è tutto da vedere".
Il difficile passaggio dalle monoposto della massima formula alle WRC del Mondiale Rally ha un precedente illustre e... illuminante, tentato poco più di un decennio da un altro campione del mondo di Formula Uno. Stiamo naturalmente parlando di Kimi Raikkonen che tra il 2010 e il 2011 collezionò un buon numero di piazzamenti nella top ten, senza però mai spingersi più su di un quinto posto nella prima delle due stagioni con la Citroen. L'excursus rallistico di Iceman (esattamente a metà della sua carriera in F.1), lasciò poi di nuovo spazio alle monoposto: Lotus, Ferrari e Alfa Romeo.
Quella di fine mese in Svezia sarà per Vettel l'undicesima apparizione nella Race Of Champions, che l'ex pilota di Ferrari ed Aston Martin ha vinto nel 2015 a Londra (a livello individuale) e per ben sei volte di fila - dal 2007 al 2012 nella classifica per nazioni, in coppia nientemeno che con Michael Schumacher. La Formula Uno intanto è il passato: trovare un'occupazione che possa prenderne il posto, regalando altrettante emozioni - è impresa della massima difficoltà. Il ragionamento di Seb però è più complesso e per certi verso sorprendente.
"Il ritiro per me è un'opportunità di imparare qualcosa di nuovo su me stesso, uscendo dalla mia zona di comfort. La verità è che dopo tutti questi anni - senza voler essere presuntuosi - questo mestiere lo fai... ad occhi chiusi o quantomeno diventa una sorta di routine, basata sull'esperienza. Tante cose non mi sorprendono più ed io invece voglio sorprendermi, anche semplicemente godendomi la mia famiglia, i miei figli: per me si tratta di una nuova sfida, da un passo molto diverso da prima... Diciamo che non ho più un calendario stringente come prima, anche se prima o poi avrò bisogno di trovare qualcosa che mi tenga veramente occupato, perché io sono fatto così: ho bisogno di essere costantemente indaffarato".