Venerdì la stangata del -15, domenica sera il rocambolesco 3-3 con l’Atalanta che rischia di essere la pietra tombale sull’ambiziosa rimonta che la Juve avrebbe dovuto cominciare appunto con una vittoria sulla squadra di Gasperini. Scesa da 37 a 22 punti e con 60 ancora teoricamente in palio per inseguire la chimera del quarto posto, la Juventus non ha iniziato nel migliore dei modi l’operazione remuntada. In una partita che ha regalato tante emozioni, ben sei cambi di risultato (vittoria Atalanta, pareggio, vittoria Juve, pareggio, vittoria Atalanta e definitivo 3-3), sprazzi di bel calcio (grazie soprattutto all’Atalanta e a qualche numero di alta scuola targato Di Maria), l’azione e la conclusione da manuale del gol di Milik ma anche errori individuali clamorosi tra i bianconeri. Con Szczesny in versione Paperissima in occasione dello 0-1, Danilo distratto nel regalare palla a Scalvini per l’impostazione del 2-2 e Alex Sandro addormentato a guardare il colpo di testa di Lookman per il 2-3 atalantino.
Poi, certo, qualcosa di suo ci ha pure messo Allegri dalla panchina: inspiegabili i molli approcci del kick off e dell’inizio ripresa, discutibile l’uscita dal campo del campione del mondo argentino (di gran lunga il migliore) sostituito da un Miretti sempre impalpabile e con sulla coscienza il gol sbagliato che avrebbe potuto fissare il risultato sul 4-3.
E così se il distacco dal quarto posto dopo il Black Friday era di 12 punti ora si è già allungato a 14 nel breve volgere di appena una giornata. Al netto di eventuali altre penalizzazioni per i procedimenti ancora in corso (il riferimento è soprattutto alla “manovra stipendi”) e di possibili squalifiche in ambito Uefa, la mission bianconera relativamente a quel che resta del campionato 2022-23 (provare cioè il miracolo qualificazione Champions) diventa adesso quasi un’utopia.