La prima cosa che è emersa dallo Stadium al termine di Juventus-Atalanta è che i bianconeri hanno dato una risposta di orgoglio e rabbia dopo una sentenza che avrebbe ammazzato chiunque e contro un avversario particolarmente fastidioso come racconta la storia recente delle sfide tra torinese e bergamaschi. Un buon segnale in vista di un girone di ritorno da vivere giornata per giornata, con la speranza di avere buone notizia da qui a un paio di mesi.
Quanto al campo, una certezza su tutte: Angel Di Maria è il leader tecnico al quale Allegri si deve aggrappare per far cambiare marcia alla sua squadra. L'argentino ha confermato di non essere approdato in Serie A solo per svernare in vista di un ritorno a casa. Ci ha messo anche il cuore e l'impressione è che continuerà così sino a giugno. Poi, probabilmente, tornerà nella sua Rosario, ma senza avere rimpianti su cosa avrebbe potuto dare alla Juve. Dopo il rientro dal Mondiale ha dispensato gol, assist e giocate da fuoriclasse. Ora gli serve solo continuità e una condizione fisica da preservare il più a lungo possibile.
Per una buona notizia, però, c'è n'è una cattiva. La difesa, che sembrava il pilastro su cui appoggiare le fondamenta della Signora si è improvvisamente persa. Nove gol subiti nelle ultime tra partite giocate tra campionato a Coppa Italia. E' vero che una metà è da imputare a errori individuali (da Szczesny con l'Atalanta, a Bremer con il Napoli, più una serie di strafalcioni di Danilo e Alex Sandro), ma evidentemente la striscia di otto gare senza incassare reti non era del tutto veritiera. Nonostante ciò, Allegri può guardare al futuro con un po' di ottimismo. Ha ricevuto la risposta "caratteriale", che cercava e adesso spera di poter avere a disposizione una rosa finalmente al completo.
Contro il Monza domenica dovrebbero tornare a disposizione anche Dusan Vlahovic e soprattutto Paul Pogba. Per quanti minuti non si sa, ma meglio che niente. Federico Chiesa continua il suo percorso di recupero e Juan Cuadrado ha ritrovato il campo giusto contro la Dea. All'appello mancano di fatto solo Leonardo Bonucci e Mattia De Sciglio, visto che di Kaio Jorge e Aké si sono perse le tracce.
A dare una mano potrebbe essere anche il calendario. Da qui a un mese, fino cioè al derby, la Juve se la dovrà vedere nell'ordine con Monza, Salernitana, Fiorentina e Spezia prima del confronto con il Torino. Nel mezzo, il quarto di finale di Coppa Italia con la Lazio e la doppia sfida di Europa League con il Nantes. Impegni sulla carta non proibitivi (ma attenti ai biancocelesti di Sarri), che potrebbero consentire ai bianconeri di trovare condizione e affiatamento in vista della volata finale. Per quale traguardo, lo scopriremo.