José Mourinho compie 60 anni, un traguardo importante in una vita di successo. L'allenatore portoghese - lo "Special One" - è un personaggio simbolo nel 21° secolo, vincente ovunque abbia allenato ma celebre per un carattere provocatorio, vulcanico e particolare. Poliglotta in grado di parlare fluentemente quattro lingue, nel corso degli anni dai successi col Porto a quello in Conference League con la Roma nel 2022 si è portato dietro siparietti clamorosi, ma anche gestualità e segnali che hanno spesso colto nel segno senza troppi giri di parole. Del resto Mourinho è "Special" anche in questo.
I trofei in carriera
La differenza con molti altri allenatori però, folklore o psicologia a parte, l'ha fatta sul campo Mourinho. Ha vinto col Porto, ma anche con Chelsea, Real Madrid, Manchester United, Inter e Roma, non trovando trofei solo nella parentesi al Tottenham. Questo il suo palmares del tecnico di Setubal:
Competizione | Numero | Squadra | Edizione |
Primeira Liga | 2 | Porto | 2002/03, 2003/04 |
Coppa del Portogallo | 1 | Porto | 2002/03 |
Supercoppa di Portogallo | 1 | Porto | 2003 |
Coppa di Lega inglese | 4 | Chelsea e United | 2004/05, 2006/07, 2014/15, 2016/17 |
Premier League | 3 | Chelsea | 2004/05, 2005/06, 2014/15 |
Community Shield | 2 | Chelsea e United | 2005, 2016 |
FA Cup | 1 | Chelsea | 2006/07 |
Serie A | 2 | Inter | 2008/09, 2009/10 |
Supercoppa italiana | 1 | Inter | 2008 |
Coppa Italia | 1 | Inter | 2009/10 |
Liga | 1 | Real Madrid | 2011/12 |
Coppa del Re | 1 | Real Madrid | 2010/11 |
Supercoppa di Spagna | 1 | Real Madrid | 2012 |
Coppa Uefa | 1 | Porto | 2002/03 |
Europa League | 1 | Manchester United | 2016/17 |
Champions League | 2 | Porto, Inter | 2003/04, 2009/10 |
Conference League | 1 | Roma | 2021/22 |
Le frasi e i momenti iconici di Mourinho
Nel corso della carriera ad altissimi livelli in giro per l'Europa José Mourinho fatto parlare di sé per i successi, ma anche per tanti momenti iconici che sono entrati nell'album dei ricordi di ogni appassionato di calcio, simpatizzante o meno del modo di fare del tecnico portoghese. Nel febbraio 2011, a La Coruna, un uomo provò addirittura ad accoltellarlo, colpendo un membro della sicurezza che fece da scudo a José.
La corsa ad Old Trafford - Nella cavalcata trionfale del Porto verso la conquista della Champions League 2003/04, seguente alla Coppa Uefa dell'anno precedente, resta la corsa verso il settore ospiti a Old Trafford nel ritorno degli ottavi di finale. La rete di Costinha a tempo scaduto, infatti, consentì al Porto di passare il turno ai danni del Manchester United e Mourinho non riuscì a contenere la propria gioia, in trasferta. Lì, probabilmente nacque definitivamente il mito di José Mourinho.
Il soprannome Special One - I successi col Porto garantirono a Mourinho l'approdo in Premier League, al Chelsea. A Cobham il tecnico portoghese autoconiò il soprannome che lo accompagna ancora adesso: nella conferenza stampa di presentazione coi Blues si definì " Special One", facendo capire a tutti il carisma che portava con sé.
Prostituzione intellettuale e Zeru tituli - Anche in Italia le dichiarazioni di José Mourinho non sono passate inosservate, segnando un tempo tra prima e dopo il suo arrivo. Dagli attacchi al presidente della Roma Rosella Sensi all'iconico " io non sono un pirla" della presentazione all'Inter, utilizzando un termine tipicamente milanese, nel suo periodo in nerazzurro José diventò il portavoce di una tifoseria e protagonista di diversi tormentoni tra cui: " A me non piace la prostituzione intellettuale" e gli " zeru tituli" delle avversarie dirette.
Le manette a San Siro - Nell'anno del Triplete con l'Inter, Mourinho ha regalato agli appassionati di calcio uno dei meme più longevi: il gesto delle manette rivolto all'arbitro Tagliavento, quando l'Inter contro la Sampdoria chiuse in nove già a fine primo tempo.
Gli idranti del Camp Nou - Il 2010 però è stato un anno magico per José Mourinho a prescindere dai gesti provocatori. La vittoria del Triplete con l'Inter ha portato con sé un'altra corsa "special", come quella ai tempi del Porto. Il 28 aprile 2010 i nerazzurri spensero i propositi di "Remuntada" del Barcellona in semifinale di Champions League dopo il 3-1 dell'andata, perdendo solo 1-0 nel finale dopo una partita disputata in inferiorità numerica per il rosso a Thiago Motta. Al fischio finale dopo novanta minuti di assedio, la corsa liberatoria con braccio alto verso i tifosi nerazzurri in piccionaia. Un'esultanza che ha fatto il giro del mondo e infastidito, non poco, il Barcellona che decise di far accendere gli idranti in mezzo al campo.
Le lacrime con Materazzi - La vittoria della Champions League con l'Inter è stato uno dei punti più alti toccati da Mourinho in carriera. Il postpartita della finale vinta 2-0 contro il Bayern Monaco però è stato particolare e condito di lacrime. Prima con Materazzi nella rampa del garage del Bernabeu, poi l'assenza nella festa al ritorno a Milano. Il motivo? Mourinho aveva già deciso di lasciare i nerazzurri per passare al Real Madrid.
L'orecchio allo Stadium - Icona e leggenda dell'Inter, Mourinho non può avere i favori di molte altre tifoserie importanti in Italia, ma è soprattutto con quelli di Juventus e Milan che le provocazioni non mancano mai, nemmeno a distanza di 13 anni dal Triplete. Nel 2018 Mourinho vinse con lo United in casa della Juventus in Champions League e il tecnico, fischiato e insultato per tutta la partita, dopo il successo guardò dritto verso i tifosi bianconeri portandosi una mano all'orecchio scatenando l'ira di Bonucci.
Il gesto del Triplete - Oltre al gesto dell'orecchio, quel che Mourinho non fa mai mancare quando affronta Juventus o Milan è il gesto del Triplete, il 3 fatto con le dita come a ricordare qualcosa che le due società italiane non sono mai riuscite a fare. Lo ha fatto a San Siro in un Milan-Real Madrid 2-2, si è ripetuto con lo United nel 2018 a Torino. Il tutto, ovviamente, condito da fischi e insulti di ogni genere.
Il gesto del telefono a Pairetto - Negli ultimi anni Mourinho sembrava diventato più buono, o meglio più saggio e meno provocatorio. Ma un leone non può rimanere in gabbia a lungo e nel periodo alla Roma lo Special One ha rispolverato qualche gesto dal proprio repertorio. Tra una dichiarazione forte e un'altra, un litigio con un proprio giocatore e qualche frecciata alla dirigenza, nel febbraio 2022 è arrivato anche un altro gesto iconico: il telefono rivolto all'arbitro Pairetto durante Roma-Verona, con tanto di espulsione.