SPESE RECORD

Chelsea, la rivoluzione d'inverno: quasi 250 milioni investiti sul mercato

Sette i rinforzi messi a disposizione di Potter ed è quasi fatta anche per Malo Gusto, che rimarrà al Lione in prestito fino a fine stagione. Un mercato da 241 milioni di euro 

© Getty Images

Il Chelsea è la grande regina del mercato invernale. Il nuovo patron Todd Boehly non sta badando a spese per rinforzare la squadra e ha già regalato a Potter 7 nuovi calciatori: l'acquisto più caro è quello di Mykhaylo Mudryk, pagato 100 milioni bonus compresi, a cui si devono aggiungere i 40 milioni spesi per Benoit Badiashile, i 12,5 per Andrey Santos, i 12 per David Datro Fofana, il prestito di Joao Felix dall'Atletico Madrid (12 milioni) e l'acquisto dal PSV di Noni Madueke (35 milioni di euro). In totale sono 211,5 i milioni finora spesi, ma non è finita qua, visto che è in dirittura d'arrivo anche l'acquisto dal Lione di Malo Gusto per 30 milioni, che porterebbe il totale a 241,5 milioni. Il difensore verrà lasciato in Francia fino al termine della stagione.

Spese folli quelle del Chelsea che hanno fatto saltare il banco, anche perché vanno a sommarsi agli ingenti investimenti effettuati in estate: 80 milioni per Wesley Fofana, 60 per Cucurella, 56 per Sterling e 30 per Koulibaly. In totale i Blues hanno speso circa 500 milioni di euro. La domanda che sorge spontanea è: "Come è possibile non violare il Fair Play Finanziario?". 

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Come si evince da uno studio pubblicato sulla rivista Undici, il patron Boehly ha importato una consuetudine del baseball americano, divenuta trucchetto, nello sport. In cosa consiste? La firma pluriennale. Guardando infatti gli ultimi acquisti del club, si può notare come tutti abbiano trovato accordi quinquennali o più, addirittura con l’ultimo arrivato Mudryk che ha firmato per otto anni. Partendo dal presupposto che la FIFA riconosce come durata massimo di contratto il quinquennale, ma lascia alle federazioni la facoltà di prevedere durata diversa, il Chelsea ha deciso di sfruttare il vuoto normativo per avere la meglio sui controlli della commissione Uefa. Spalmando i soldi del cartellino su così tanti anni, si riesce a eludere i paletti del Fair Play Finanziario. Un escamotage che potrebbe avere vita breve, visto che Fifa e Uefa sarebbero al lavoro per colmare questa lacuna normativa.

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