L'ANALISI

Juve, altro che rimonta Champions: ora bisogna guardarsi alle spalle

Il ko con il Monza fa male soprattutto alla classifica e il turnover è diventato un lusso che i bianconeri non possono permettersi

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Classifica alla mano, la Juve si trova a +11 dalla zona salvezza, con il terzultimo posto occupato dal Verona a quota 12 punti ma con una partita in meno, e a -15 dalle ultime due posizioni valide per la Champions League, oggi in condivisione tra Lazio, Atalanta e Milan. Basta questo per capire che le parole di Allegri, che invita i suoi giocatori a non perdere di vista la realtà, non sono poi così campate per aria. Certo, la vicenda della penalizzazione è ancora lontana dal trovare la parole fine, ma adesso bisogna pensare anche a guardarsi alle spalle e non solo sognare la grande rimonta.

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Anche per questo il ko con il Monza fa ancora più male, perché arriva all'inizio di un periodo in cui i bianconeri avrebbero dovuto mettere fieno in cascina contro avversarie più abbordabili e invece si trovano con una classifica che resta ferma e dice un solo punto nelle ultime tre partite con 10 gol subiti e 4 fatti. Un motivo in più per mettere da parte il passato e pensare al presente.

La realtà è che oggi la Juve non può più permettersi nemmeno di pensare al turnover. Proprio la sfida contro la squadra di Palladino ne è la conferma. Con Chiesa, Cuadrado e Bonucci costretti ai box e i rientri di Vlahovic e Pogba poco più che formali, era impensabile stravolgere la formazione, anche se a pochi giorni dalla delicata sfida con la Lazio nei quarti di Coppa Italia. Mettere il debuttante (in Serie A) Gatti sulla stessa linea di De Sciglio, che rientrava dopo mesi di assenza, era garanzia di problemi e così è stato. Partito McKennie, a centrocampo si è puntato su un Paredes assolutamente inaffidabile, con il contorno di un Kostic che in fase difensiva lascia a desiderare non poco. In più, davanti Di Maria e Kean parlano due lingue diverse. Insomma, un mix di elementi che ha portato a un danno letale. Certo, qualcuno ogni tanto deve riposare, altrimenti si rischia di fare la fine di Milik, che resterà fermo non poco, ma i cambi a questo punto devono essere fatti con il contagocce e in tanti dovranno stringere i denti. Perché lo richiede il momento.

Di Maria ha ragione quando dice che in questa situazione è difficile rimanere concentrati, ma la situazione è brutta e non è detto che dai tribunali sportivi arriveranno notizie migliori.

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