CASO PLUSVALENZE

Caso Plusvalenze, difesa Juve: le linee guida, illogicità, carenze motivazionali e infondatezza

Il club bianconero pronto al contrattacco dopo la penalizzazione di 15 punti decisa dalla Corte d'Appello della Figc

© Getty Images|  Gianluca Ferrero, presidente della Juventus

La Juventus è pronta al contrattacco dopo la penalizzazione di 15 punti decisa dalla Corte d'Appello della Figc. Come riporta 'La Gazzetta dello Sport', la difesa bianconera ha tracciato le linee guida della strategia difensiva del club. Sono tre parole chiare, giuridiche: illogicità, carenze motivazionali e infondatezza. Il pool di legali, fermamente convinti di avere parecchi elementi cui potersi appigliare, è già al lavoro per eccepire nel suo ricorso tutto ciò che può riguardare profili di legittimità. La Juventus avrà un mese di tempo per preparare il ricorso, poi toccherà al Collegio di garanzia del Coni dare una risposta.

Dalle motivazioni della sentenza, emerge che è il comportamento della Juventus a essere illecito, e non la plusvalenza, che invece non è punibile. Ecco perché si è passati dall’articolo 31 (illeciti amministrativi) all'articolo 4 (lealtà sportiva). Secondo la Juve, però, questo caso riguardava la revocazione della sentenza sulle plusvalenze e non un nuovo procedimento. L'eccezione che potranno muovere i legali Juve è che in un processo di revocazione non si possa agire quasi come se fosse un nuovo procedimento.

L’altra eccezione è la mancanza di logica nel passaggio da una norma specifica a una generale. La specificità in giurisprudenza ha prevalenza sulla norma generale e quindi non si capisce, secondo i bianconeri, la motivazione che ha portato i giudici a passare dall'articolo 31 (reati amministrativi) all'articolo 4 (lealtà sportiva) che è una norma più generale rispetto alla specificità della prima.

Nelle motivazioni le intercettazioni e il Libro Nero di Paratici sono considerati prove del sistema creato dalla Juve. La difesa punterà a eccepire che in realtà questi elementi provengono da una sola parte, l’accusa, e non hanno ancora trovato riscontro presso un organo giudicante (l’udienza preliminare dell’inchiesta Prisma sarà il 27 marzo).

 L’ultimo punto, e forse quello più spinoso, è come si è arrivati ai 15 punti di penalizzazione. Nelle motivazioni si legge che "la sanzione deve essere proporzionata all’inevitabile alterazione del risultato sportivo", ma senza entrare nel dettaglio.