Il modo in cui l'Inter ha vinto il derby non può non impattare sul futuro immediato della stagione nerazzurra che - Napoli a parte in campionato e con la Supercoppa già in bacheca - ha impresso una decisa accelerata nella corsa al secondo posto e si prepara al ritorno della Champions League in grande forma. L'inizio di febbraio è in piena scia a un gennaio ricco di soddisfazioni con l'unico inciampo contro l'Empoli in mezzo alle vittorie contro Milan (due volte), Napoli e Atalanta che certificano il buon lavoro di Simone Inzaghi nel riprendere velocemente le fila dopo la strana pausa invernale. Il rischio di partire strafavoriti e quel tabù del derby non ancora vinto in campionato potevano essere la classica buccia di banana sulla quale l'Inter ha invece danzato con i suoi tempi e i suoi ritmi, un primo tempo dominato con la gentile concessione del 3-5-2 sterile dei cugini e una ripresa poi non molto diversa e nella quale va segnalata solo qualche leggerezza di troppo, probabilmente l'unico neo che ancora questa squadra non riesce mai a scrollarsi del tutto.
La consapevolezza dei propri mezzi è il miglior lascito della sfida di ieri, conferma dopo riconferma il gruppo ha dimostrato che un inizio di stagione a carburazione alternata non ha incrinato per nulla il lavoro della prima annata della gestione Inzaghi sulla quale pesa sicuramente lo scudetto sfumato ma che in mezzo a tante difficoltà - non ultime le continue voci sul futuro societario, le cessioni pesanti (senza contare il tormentone Skriniar) e i lunghi infortuni di pedine decisive - ha costruito un'interpretazione diversa del 3-5-2 di Contiana memoria rimanendo competitivo e arricchendo la bacheca.
Resta, è vero, qualche blackout nei momenti di maggior controllo della gara, anche con risultato in bilico come ieri sera, ma in questo senso i recuperi ormai completati di Brozovic e Lukaku potranno dare una mano a limare questo aspetto mentale. Senza dimenticare l'interpretazione del ruolo data da Calhanogu, fondamentale pure contro la sua ex squadra, il croato ha più abilità nell'abbassarsi per dare maggiori soluzioni ai difensori e rendere meno complicati alcuni palloni nei pressi del limite dell'area difesa da Onana. Sul belga, invece, ci si può appoggiare coi lanci lunghi senza incaponirsi per forza nella costruzione dal basso in alcune situazioni di pressing alto avversario.
Infine, doveroso un doppio appunto su due protagonisti. Il primo è Skriniar, sul quale ovviamente erano puntati i riflettori della tifoseria nerazzurra, e che non sembra aver sofferto l'annuncio del distacco a fine stagione: per sua fortuna un erroraccio in fase di proposizione offensiva non si è trasformato nell'1-1 ma va segnalata anche l'esultanza nel finale quando Onana ha bloccato uno degli ultimi palloni del match, probabilmente sentiva molto la partita per dimostrare che la sua professionalità va oltre le scelte future. E poi Lautaro Martinez, arrivato a quota 7 gol contro il Milan, davvero on fire dal ritorno dal Mondiale vinto: quando vede rossonero, diventa un vero Toro. Con due certezze così, Inzaghi può rilanciare la sfida ad una seconda parte di stagione che può avere ancora molto da dire, soprattutto in ambito europeo.