La Superlega è viva e lotta. In attesa del pronunciamento della corte UE nella lotta contro la Uefa, l'amministratore delegato di A22 (società promotrice del progetto) Bernd Richardt si è portato avanti illustrando il decalogo dei principi su cui questa nuova competizione sarebbe fondata, frutto di un dialogo iniziato con 50 club europei e altre parti interessate. L'obiettivo è avere un calcio del futuro sostenibile e non una lega chiusa, bensì con promozioni e retrocessioni.
"Sono emerse conclusioni chiare sulla necessità di un cambiamento - ha ribadito Reichart -, parlando con i club la maggior parte di loro condivide la preoccupazione per la situazione del calcio, ma non si esprimono pubblicamente in un sistema in cui la minaccia di sanzioni viene usata per reprimere l'opposizione".
I principi della Superlega
Secondo l'ad di A22 la competizione che verrebbe costituita sarebbe ampia e meritocratica, un torneo aperto con più divisioni e da 60 a 80 squadre coinvolte, permettendo così una "distribuzione sostenibile dei ricavi".
Per partecipare alla Superlega sarebbe basata su meriti sportivi e i club coinvolti sarebbero soggetti a promozioni e retrocessioni annuali, senza membri permanenti. La qualificazione sarebbe basata sui risultati nazionali, garantendo l'accesso ai club emergenti e favorendo la competitività a livello nazionale.
Tra i punti fondamentali, c'è quello di una competizione aperta, con diverse divisioni, composta da un numero di squadre compreso tra 60 e 80, e che consenta una distribuzione sostenibile degli introiti lungo la piramide calcistica. La partecipazione a ogni stagione dovrebbe essere basata sul merito sportivo, senza membri permanenti. Il sistema di qualificazione dovrebbe essere aperto, basato sulle prestazioni nelle competizioni nazionali, consentendo così a tutti i club di accedere alla competizione. Secondo il nuovo progetto, un formato delle competizioni europee migliore e più attraente genererebbe risorse aggiuntive, e non c'è dubbio che la stabilità finanziaria dei club aumenterebbe notevolmente se fosse loro garantito un minimo di 14 partite europee a stagione.
Altro tema è la salute dei calciatori. Il numero di giornate di gare europee non dovrebbe aumentare rispetto a quanto previsto nei calendari attuali. Le associazioni di giocatori dovrebbero essere maggiormente coinvolte nel garantire la salute dei giocatori e il dialogo sociale dovrebbe essere promosso nell'UE.
Il Ceo: "Juve? Non sono preoccupato. Spero di lavorare ancora con Agnelli"
"Preoccupato per la situazione della Juventus? No, io continuero' a lavorare insieme ai rappresentanti della Juventus in maniera costruttiva e produttiva. Continuerò di apprezzarli come partner impegnati nel progetto, che hanno a cuore la sostenibilità del calcio". Lo ha detto all'ANSA lo stesso Reichart, rispondendo alla domanda sulla situazione legata al club bianconero, una delle tre società con Real Madrid e Barcellona che maggiormente spinge a favore del progetto. "Potrà esserci un ruolo per Andrea Agnelli? Andrea prenderà una decisione e farà quello che vorrà fare. Voglio essere sicuro di poter confrontarmi ancora con lui e con i suoi consigli e la sua conoscenza, in pochi conoscono il calcio europeo come lui".