Un nuovo e prestigioso traguardo si aggiunge alla lista dei successi sportivi di Stefano Ghisolfi. L’atleta torinese da un paio d'anni trapiantato in Trentino ha "liberato” Excalibur, via di arrampicata di grado 9+ a Drena, nei pressi di Arco (provincia di Trento) che fino a venerdì 3 febbraio scorso aveva resistito agli sforzi dei migliori climbers al mondo. A d iniziare dallo stesso Stefano, atleta di punta del team The North Face. Si tratta probabilmente della via d'arrampicata più dura e complicata d'Italia.
Nel gergo arrampicatorio, "liberare" una via significa in buona sostanza salirla per la prima volta in libera, in una progressione continua dalla sua base alla sua uscita al vertice senza cadute o resting (soste). Modalità che - senza dilungarci troppo in tecnicismi - restituisce appieno il senso e la cifra" della performance portata a termine a segno da Ghisolfi all'inizio di febbraio.
Excalibur, la leggendaria spada nella roccia della mitologia celtica. Ad estrarla per primo (anzi, tecnicamente a liberarla) dal punto di vista arrampicatorio è stato Stefano Ghisolfi che aveva affrontato mesi di tentativi infruttuosi insieme ad altre due stelle di prima grandezza: il suo coetaneo Adam Ondra (originario di Brno, Repubblica Ceca) e il ventiquattrenne scozzese William "Will" Bosi. Excalibur è infatti una via molto particolare perché strapiombante (a quaranta gradi), breve e incredibilmente intensa, al contrario della maggior parte delle vie di 9b, 9b+ e 9c che sono invece solitamente piuttosto lunghe. Una ventina di movimenti in tutto, un mix di potenza pura e di concentrazione assoluta. In fin dei conti, una performance alla portata solo dei migliori (a livello di tentativi) ed ora nel carnet del solo Stefano.
In dirittura d'arrivo all'uscita in vetta dei suoi primi trent'anni (li compirà il prossimo 18 febbraio), il forte climber torinese in forza al gruppo sportivo delle Fiamme Oro si è trasferito un paio d'anni fa proprio ad Arco. Una scelta professionale e di vita che lo ha portato alla base di alcune tra gli itinerari di arrampicata più impegnativi e selettivi dell'arco alpino. Ecco le prime parole di Stefano a commento di quello che lui stesso definisce uno dei... passaggi-chiave della sua carriera:
“Difficile immaginare una linea più perfetta di questa. Devo ammettere che il processo è stato estremamente difficile: dalla prima volta in cui ho capito la 'beta' - e ho pensato che fosse impossibile - fino alla partenza, quando mi sono sentito solido e sicuro. Sono anche fiducioso di proporre il 9b+ come grado (penultimo di difficoltà della scala francese, ndr). La cosa più bella di questo progetto però sono state le persone con le quali l’ho condiviso - che sono tra i migliori climbers del mondo - ma soprattutto con i miei amici. Questa volta non ho dubbi: è sicuramente la più difficile di tutte le mie prime salite e probabilmente ad oggi la via più difficile in Italia”.
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