Nella giornata che vede il Napoli confermare il suo vantaggio sulle più immediate inseguitrici, la lotta per gli altri tre posti Champions vede vittoriose le squadre milanesi e quelle romane. Quattro squadre in 5 punti, dai 47 dell’Inter ai 42 della Lazio con in mezzo a 44 l’accoppiata Milan-Roma. Solo l’Atalanta (a 41) – battuta in casa dal Lecce – segna il passo e a questo punto per la squadra di Gasperini rischia di diventare decisiva la sfida di domenica sera a San Siro contro i rossoneri.
Intanto prosegue la striscia positiva della Juventus. Dopo la penalizzazione la squadra di Allegri ha conquistato bottino pieno (9 punti) nelle tre gare di campionato, ha battuto la Lazio conquistando la semifinale di Coppa Italia mancando l’en plein solo per colpa dell’1-1 in Europa League con il Nantes.
Giovedì in Francia la Juve si gioca una buona fetta di stagione e le residue speranze di conquistare un posto nella prossima Champions League (al netto di eventuali sanzioni Uefa). E il 2-0 di La Spezia può essere un buon trampolino per le euroambizioni bianconere. Giovedì sera Massimiliano Allegri aveva derogato al consueto aplomb nelle interviste post partita: quel “corto muso” - slang ippico per definire una vittoria in volata lanciato dal tecnico livornese un paio d’anni fa in conferenza stampa - gli si è ritorto contro come un boomerang. Arrivando addirittura a snaturare il significato originario per definire come tali le vittorie di misura, magari quelle più speculative per 1-0. Punteggio che finora ha caratterizzato 7 vittorie stagionali (6 in campionato e una in Coppa Italia) sulle 15 complessive della Juventus. Ma è davvero Allegri il re delle vittorie juventine “a corto muso”?
I numeri della nostra inchiesta dicono di no. Prendendo in esame le stagioni a partire dal 2011-12 (quella per intenderci del primo scudetto dell’era Andrea Agnelli) e contando solo le sfide di campionato si scopre che Allegri su un totale di 251 partite ne ha vinte 74 (il 29,48%) “di misura” (1-0, 2-1, 3-2 e via dicendo) e 40 (il 15,93%) per 1-0. Antonio Conte, sui 114 incontri di A sulla panchina juventina, ha ottenuto 34 successi “di misura” (pari al 29,8%) e 21 con il risultato di 1-0 (il 18,4%).
Ancora più “speculativi” (e chi l’avrebbe mai detto…) i numeri di Maurizio Sarri che ha vinto “di misura” 14 delle 38 gare di A alla guida della Juve (pari al 36,8 per cento) anche se solo 3 con il risultato di 1-0. Il più “spettacolare” dei quattro allenatori bianconeri del ciclo Agnelli risulta essere, numeri alla mano, Andrea Pirlo: per lui soltanto 4 vittorie “di misura” pari al 10,5% e nessuna con il punteggio di 1-0.
Ricapitolando: per le vittorie “di misura” Sarri ha una percentuale superiore (36,8 %) a Conte e Allegri, sostanzialmente alla pari rispettivamente con il 29,8% e il 29,48%. Il famoso 1-0 più o meno giustamente definito “di corto muso” è stato invece più praticato dalla Juve di Conte (18,4%) che da quella di Allegri (15,93%). Che così può – magari con modi un po’ più urbani – restituire al mittente le accuse di essere il grande specialista dei sofferti ma pur sempre vittoriosi 1-0…